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martedì 28 settembre 2010

FORNI A MICRO ONDE POSSONO CAUSARE TUMORI......

Microonde: cottura contronatura
Nicholas Bawtree – tratto da AAM Terranuova nr. 209 settembre 2006
Nonostante i numerosi studi, si parla troppo poco dei rischi legati alla cottura con il forno a microonde. Intervista al dottor Hans U. Hertel, uno dei pochi scienziati che ha avuto il coraggio di indagare fino in fondo.
«Cucinare col forno a microonde è veloce, semplice e conveniente»: questo l'irresistibile slogan che ha fatto in modo che un nuovo elettrodomestico entrasse nelle case di tutto il mondo. E’ possibile però che questo oggetto miracoloso si riveli un moderno cavallo di Troia, dal momento che fino ad oggi poco si è detto sul possibili rischi legati ad una tecnologia assai controversa.
In queste pagine cercheremo di capire meglio come funziona il forno a microonde, ripercorrendo la storia delle varie ricerche condotte e dando voce ad uno dei pochi scienziati che ha avuto il coraggio di indagare fino in fondo.
Cotti per scuotimento
Il meccanismo di funzionamento del forno in questione è abbastanza semplice: un dispositivo, chiamato magnetron, genera un campo di corrente elettrica alternata. Il ribaltamento del campo elettrico, che si ripete per più di 2 miliardi di volte al secondo, produce un effetto di «scuotimento» delle molecole, specialmente quelle dell'acqua, ma anche di lipidi e proteine. Questa frizione intermolecolare genera un calore che riscalda il cibo in modo completamente diverso rispetto al metodo convenzionale: dall'interno verso l'esterno.
I possibili danni delle microonde sul sistemi biologici sono conosciuti sin dalla loro prima applicazione nel radar, durante la seconda guerra mondiale: chi lavorava con questi apparecchi era infatti più soggetto allo sviluppo di leucemie. Scienziati tedeschi avevano già fatto della ricerca negli anni '30 sugli effetti delle microonde sul sistema nervoso umano e degli animali. Questi studi portarono alla definizione di limiti di sicurezza molto severi che però non furono mai presi sul serio dagli scienziati statunitensi, tant'è vero che quando negli anni '60 iniziò a diffondersi il forno a microonde, vennero utilizzati limiti 1000 volte più alti. I forni a microonde furono invece vietati in Germania a partire dal '41 e in Unione Sovietica a partire dal 1976; divieto successivamente abolito dopo la Perestroika.
Negli stessi anni '70 iniziarono a comparire anche in Europa e Stati Uniti le prime ricerche che mettevano in dubbio la sicurezza dei cibi cotti a microonde. Studi istologici su broccoli e carote cotti con microonde rilevarono che la struttura molecolare dei nutrienti veniva deformata a tal punto da distruggere le pareti cellulari. Da allora fino al nostri giorni gli studi condotti sono stati diversi (vedi box) e gli aspetti più controversi che sono stati evidenziati riguardano:
- l'emissione di microonde dagli apparecchi;
- i rischi igienici dovuti ad una cottura non omogenea;
- la migrazione di sostanze tossiche contenute negli involucri all'interno dei cibi;
- un'alterazione anormale delle sostanze nutritive degli alimenti; - un'alterazione cancerosa del sangue in seguito al consumo di questi alimenti.
Nonostante il fatto che nei vari paesi siano stati stabiliti dei valori limite di esposizione alle microonde, nulla è stato fatto invece per ammonire l'utilizzatore sui possibili rischi evidenziati da questi studi. Questi valori limite infatti si riferiscono esclusivamente alle emissioni di microonde verso l'esterno del forno e non alla quantità di radiazioni cui sono sottoposti i cibi all'interno dei forni.
Gli effetti sul sangue
Lo studio più significativo sui rischi legati all'assunzione di cibi cotti a microonde rimane quello del professor Bernard Blanc dell'Università di Losanna e del dottor Hans U. Hertel, uno scienziato indipendente con una lunga esperienza nell'industria alimentare e farmaceutica. Nel 1989 Blanc e Hertel proposero alla Swiss Natural Fund, insieme all'Università di Losanna, una ricerca riguardante gli effetti sull’uomo del cibo cotto con microonde, ma fu rifiutata. La ricerca fu per questo ridimensionata e condotta con fondi privati.
Furono testati otto volontari, che per alcuni mesi seguirono una dieta macrobiotica e ai quali ogni 15 giorni vennero somministrati a stomaco vuoto, alimenti crudi, cotti con metodi convenzionali, scongelati o cotti in un forno a microonde.
Immediatamente prima dei pasti e poi 15 e 120 minuti dopo, avveniva prelevi di sangue.
E’ importante sottolineare che i volontari non erano a conoscenza del metodo di cottura del loro cibo e quindi è da escludere un condizionamento psicosomatico.
Come si può osservare nel grafici, le analisi rilevarono differenze significative tra gli effetti sul sangue del cibo cotto a microonde e quelli del cibo cotto con metodi convenzionale





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In particolare venne riscontrata una riduzione significativa dell’emoglobina e una e un aumento dell’ematocrito, dei leucociti e del colesterolo. Inoltre, furono evidenziati alterazioni della membrana cellulare.
«I cibi cotti con microonde – si legge nello studio – paragonati a quelli non irradiati, causano cambiamenti nel sangue delle persone testate, tali da indicare l'inizio di un processo patologico, proprio come nel caso di un iniziale processo canceroso». Ricorrendo alla bioluminescenza è stato inoltre registrato il «passaggio per induzione dall’energia delle microonde dai cibi trattati al corpo umano»
Raramente una ricerca ha scatenato una simile bufera: il professor Blanc si dissociò quasi subito dalle conclusioni dello studio, temendo per la sicurezza della propria famiglia oltre che del suo posto di lavoro. Poco dopo la FEA , associazione dei rivenditori di elettrodomestici a Zurigo, denunciò il dottor Hertel, e il 19 marzo 1993 la Corte Cantonale di Berna gli vietò di divulgare le sue conclusioni, pena una sanzione di 5000 franchi svizzeri; verdetto successivamente ribadito dalla Corte federale a Losanna. Nel 1998, la Corte europea per i diritti umani di Strasburgo riconobbe in questo verdetto una grave violazione della libertà di espressione e condannò la Svizzera a un risarcimento di 40.000 franchi (un riconoscimento irrisorio rispetto alle spese processuali e ai danni economici e professionali subiti da Hertel)
Da quel momento la Corte federale stabilì che Hertel poteva sì divulgare le proprie conclusioni, ma la condizione di dichiararle non scientificamente provate.
Siamo liberi di scegliere
Da allora, un’inspiegabile cortina di silenzio è calata sulla questione dei forni a microonde. Come sempre, quando ci sono grandi interessi in ballo, la verità diventa difficilissima da trovare, sommersa com'è da fortissime pressioni che esercitano la loro influenza non solo sui mass media, ma soprattutto sul mondo scientifico e le istituzioni ad esso legate. Gli scienziati che hanno l'onestà intellettuale e il coraggio di scagliarsi contro questa logica si contano sulla punta delle dita e nella maggior parte dei casi vengono minacciati, denunciati, diffamati e perseguitati in ogni modo possibile, come dimostra la storia di Hertel. Ma finché queste persone avranno modo di parlare, noi avremo modo di ascoltare.
E di scegliere.
Intervista al Dottor Hertel
Siamo andati a cercare il combattivo dottor Hertel per farci raccontare con le sue parole quali sono i rischi dell'impiego dei forni a microonde e le disavventure cui è andato incontro per aver voluto cercare la verità a qualunque costo.
Dottor Hertel, perché ha perso la causa intrapresa contro di lei dai rivenditori di elettrodomestici, quando i risultati dei suo studio sui pericoli dei cibo cotto a microonde erano così evidenti?
Non poteva andare altrimenti dal momento che il professore Michael Teuber dell'Institute for Food Science presso la Swiss Federal Institute of Technology di Zurigo, che al processo rappresentava la scienza ufficiale, dichiarò che secondo una ricerca in corso presso il suo istituto, i cibi cotti a microonde non rappresentavano nessun rischio per i consumatori.
Tuttavia, i risultati di quella ricerca non sono mai stati resi pubblici. Perché?
Semplicemente perché le sue conclusioni non erano in linea con quanto dichiarato al processo. Questo vuol dire che Teuber aveva intenzionalmente mentito davanti alla corte nel nome dell'industria. Anche alla luce dei risultati finali di quella tesi, Teuber non ha mai rettificato la sua dichiarazione, e tutt'oggi neanche la corte ha corretto il proprio verdetto.
Queste cose capitano spesso quando la ricerca scientifica va contro gli interessi dei grandi gruppi economici?
Tutta la ricerca scientifica che non è in linea con gli interessi dell'industria o del settore bellico non solo non viene sostenuta, ma per quanto possibile viene soppressa. La ricerca privata, quando mostra risultati che vanno contro gli interessi dei potenti, viene diffamata e perseguitata in tutti i modi possibili. Questo succede ormai da almeno un secolo, senza che l'opinione pubblica ne sappia nulla, anche perché la gente preferisce avere fiducia nelle autorità, specialmente per quanto riguarda il mondo scientifico, e credere nell'integrità delle università e delle organizzazioni statati; non è disposta a credere nella corruzione dei governi, delle industrie e ancora meno della scienza.
Ma quali sano state le critiche alla sua ricerca sul forni a microonde?
L’industria ha definito il nostro studio non scientifico perché abbiamo usato solo otto persone e perché alcuni dei risultati ottenuti non mostravano dei cambiamenti significativi ma solo delle tendenze, comprese all'interno di limiti scientificamente accettabili. Secondo la scienza ufficiale i test devono essere ripetibili per essere scientificamente corretti e quindi hanno bisogno di risultati statisticamente significativi, condotti attraverso migliaia di test su animali. Qualunque scienziato che si rispetti dovrebbe arrivare alla conclusione che questo tipo di procedura è dei tutto inaccettabile, quanto priva di buon senso.
Nei nostri esperimenti non volevamo mettere in pericolo i volontari che si erano offerti di fare da cavia e quindi li abbiamo sottoposti ad una singola ingestione alla volta di cibo cotto con microonde, con due settimane a disposizione per il recupero. In questo contesto, nessun cambiamento nel sangue potrebbe mai essere «significativo». Tuttavia, anche una tendenza persistente può dare l'informazione necessaria per vedere in quale direzione questi effetti si potrebbero sviluppare.
Ci può spiegare qual è il principio di fondo che rende le microonde così pericolose?
Le microonde generate tecnologicamente sono in contraddizione con la natura e quindi tossiche: stiamo parlando di un'energia basata sul principio della corrente alternata, mentre le energie naturali si basano sulla corrente continua a impulsi. Il sole irradia la sua luce in modo continuo, creando un flusso ininterrotto di impulsi che è in grado di portare e sostenere la vita sulla terra; le microonde invece, in seguito alle continue inversioni di polarità, creano un effetto di «Scuotimento» e di separazione che causano nei tessuti biologici ed anche in quelli inorganici un processo di decadimento. L’effetto di questo è il cancro. Purtroppo le microonde hanno lo stesso effetto sul cibo, e attraverso questo sul corpo umano. Le strutture molecolari degli alimenti vengono deformate e quindi alterate nella loro forma e qualità. Il loro valore energetico, determinato dalla forma della loro struttura, viene alterato e questo processo rende gli alimenti tossici; mentre dal punto di vista della composizione chimica, le molecole sono le stesse e possono essere analiticamente rilevate. Per questo motivo, gli effetti della cottura di un alimento a microonde non sono evidenti nell’immediato, ma solo nel lungo periodo, per esempio con lo sviluppo di una forma cancerosa.
Anche la comunicazione senza fili, come le trasmissioni su onde corte e la telefonia cellulare, funzionano con le stesse microonde, indipendentemente dalla loro frequenza, e quindi in principio hanno gli stessi effetti dei forni. Queste microonde riscaldano, deformano e distruggono le cellule dei cervello e del corpo umano, ma anche quelle di animati e vegetali. Oggi viviamo in un immenso forno a microonde che ci sta cuocendo lentamente.
Cosa possiamo fare allora?
E’ necessario investire in tecnologie alternative ecologiche. Questo richiederebbe tuttavia che la scienza si basasse sulle leggi naturali, invece di cercare di trasformare i processi naturali a proprio piacimento come sta succedendo oggi. La natura comunica secondo il principio della corrente continua senza fare male a nessuno.
 
Cosa dice la ricerca
1973. P. Czerski e W. M. Leach (Usa) dimostrano che le microonde causano tumori negli animati. (1)
1975. Studi su broccoli e carote cotti a microonde rilevano la deformazione detta struttura molecolare dei nutrienti (2)
1987. Uno studio tedesco dimostra danni irreversibili all'occhio nel caso di una esposizione prolungata (3)
Fìne anni '80. Uno studio della American National Council for radiation protection evidenzia che i figli di donne che usano forni a microonde hanno una maggiore probabilità di malformazioni.
1989. Secondo uno studio condotto a Vienna, cuocere a microonde causa cambiamenti significativi delle proteine del cibo, e in particolare nel latte per neonati (4)
1990. All'Università di Leeds, si evidenzia che la cottura nei forni a microonde non è igienicamente sicura (5)
1992
- La ricerca di Blanc e Hertel, condotta con all’Università di Losanna, mostra un cambiamento significativo nel sangue delle persone che consumano cibo cotto con microonde (6)
- Uno studio condotto dal pediatra John A. Kerner dell'Università di Stanford in California, evidenzia che il riscaldamento del latte materno a microonde a più di 72 °C causa una sensibile diminuzione di tutti i fattori antiinfettivi testati (7)
1993. David Bridgman, chinesiologo con molti anni di esperienza, dichiara che «il 99,9% dei miei pazienti con varie forme di allergie si mostra motto sensibile ai cibi cotti a microonde».
1994
- Una ricerca americana dimostra che l'uso di riscaldare avanzi di cibo nel forno a microonde è potenzialmente pericoloso in quanto la cottura non omogenea non garantisce protezione dall’insorgere di salmonella (8)
- Ricerche diverse mostrano che nel latte per neonati riscaldato a microonde si possono modificare degli aminoacidi, causando in tal modo tossicità o un’alterazione del valore nutrizionale (9)
1996. Una ricerca evidenzia la migrazione di particelle di pvc dagli involucri, utilizzati per coprire il cibo durante la cottura con il microonde, al cibo stesso. (10)
2000. La University of California evidenziando la migrazione dagli involucri per microonde della sostanza cancerogena dietilexiladepate in una quantità compresa tra i 200 e 500 ppm (il limite della FDA è di 0.05 ppm). Tra le sostanze migrate vengono individuate anche xenoestrogeni, sostanze legate a diminuzione di spermatozoi negli uomini e tumore al seno nelle donne (11)

lunedì 27 settembre 2010

11 settembre, la madre di tutte le coincidenze........





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di Eric Margolis, New York, 10 settembre 2010.
Vi proponiamo la traduzione di un articolo sull’11/9 scritto da un giornalista statunitense, Eric S. Margolis, che ha collaborato spesso con i media mainstream, dai tradizionali «Toronto Sun» e «New York Times» al più recente aggregatore di notizie «Huffington Post». L’articolo sembra segnalare che tira un’aria diversa sul tema 11 settembre. Perfino un giornalista che finora non si è discostato troppo dalle versioni governative - un conservatore che fa parte del think tank International Institute of Strategic Studies, una vita da inviato globetrotter nelle aree di crisi - perfino lui riorganizza i discorsi, i ricordi, i collegamenti dei fatti connessi all’11/9, per concludere che la verità è stata insabbiata.
Rivela anche di aver incontrato Bin Laden negli anni novanta, sebbene questa rimanga solo una sua dichiarazione. «Huffington Post» ha subito cancellato questo articolo scomodo. Non sarà l’unica resistenza ai ripensamenti, ma un giornalista a fine carriera si può concedere libertà sconosciute, e allargare l’area che rompe i tabù.

"Gli interessi economici degli Stati Uniti e strategici in Medio Oriente e il mondo musulmano sono minacciati dall’agonia della Palestina, che inevitabilmente si difende pianificando azioni terroristiche volte a colpire le ricchezze americane e persino gli stessi cittadini"
Eric Margolis. Sun Media. 2 settembre 2001.

Dall’11 settembre i lettori chiedono di continuo il mio parere su questi attacchi. Sono stato talmente sommerso da migliaia di e-mail che ancora mi gira la testa.
Una delle teorie più pittoresche è quella del generale Hamid Gul, ex direttore dell'ISI, (l’agenzia dei servizi di intelligence pakistani) Continua a sostenere che l’11-settembre fu organizzato dal Mossad israeliano e da un gruppuscolo di estrema destra formato da generali della US Air Force
Ho ispezionato le rovine delle Torri Gemelle a New York, dove mi era capitato abbastanza spesso di cenare al ristorante dell’ultimo piano. Il centro ("Downtown") di Manhattan era avvolto da miasmi orribili e maleodoranti dovuti agli attentati. Non avevo mai respirato niente di tanto nauseante. Ho impiegato giorni per liberarmi da questo odore. Come newyorkese, questi avvenimenti mi hanno fortemente sconvolto, ma non mi hanno sorpreso, giacché nove giorni prima avevo previsto un attacco di grande portata contro gli USA. [Vedere citazione sopra – NdT]
Nel corso di una delle mie visite al Pentagono per una riunione sul Medio Oriente, ho ispezionato anche il muro esterno colpito dal terzo aereo dirottato.
Ho visto delle foto del luogo dell'impatto e non comprendo cosa sia successo a tutti i detriti dell'aereo. Non ne restava praticamente nulla.
Nel 1993, il mio volo Lufthansa per il Cairo è stato dirottato mentre sorvolava la Germania. Il pirata dell'aria di origine etiope, ci ha riportato fino a New York. Minacciava di fare schiantare l'aereo su Wall Street.
Il nostro aereo fu intercettato dai caccia F15 americani che avevano ricevuto l'ordine di sparare in caso di necessità. Ma dov’era la difesa aerea l’11 settembre 2001?
All'indomani dell’11-settembre, la CNN mi ha chiesto se ci fosse Bin Laden dietro questi attacchi. «Dobbiamo ancora vedere le prove» ho risposto. E a tutt’oggi mantengo questa stessa posizione.
Bin Laden ha negato che lui o al-Qa‛ida fossero i responsabili degli attacchi aerei dell’11/9 e della morte di quasi 3000 persone. Il complotto è stato organizzato ad Amburgo in Germania e a Madrid in Spagna, non in Afghanistan. Un pakistano, Khalid Sheik Mohammed, ha affermato di essere lui la mente dell’11 settembre, ma questo dopo che la CIA lo ha torturato sottoponendolo a 183 sedute con simulazione di annegamento.
Pur negando ogni sua implicazione, Osama Bin Laden ha detto che secondo lui le motivazioni degli attacchi di New York erano da ricercarsi parzialmente nella distruzione da parte di l'Israele del centro di Beirut all'epoca dell'invasione del Libano nel 1982, che aveva provocato circa 18mila vittime civili.
I video trasmessi in seguito per confermare che Bin Laden era colpevole sono dei falsi mal confezionati. Sono stati ritrovati a loro dire in Afghanistan dagli uomini dell’Alleanza del Nord che combatte i taliban, che era stata creata e finanziata dai servizi segreti russi.
Ho incontrato Osama Bin Laden in Afghanistan e ho detto alla CNN che non era l'uomo che appariva su questi video.
Subito dopo l’11 settembre, il Segretario di Stato Colin Powell aveva promesso agli americani che il Dipartimento di Stato avrebbe divulgato un "White Paper" con le prove dettagliate della colpevolezza di Bin Laden. Il governo taliban dell'Afghanistan aveva richiesto questo documento come preliminare all'estradizione di Bin Laden richiesta dagli USA.
Ebbene, questo famoso "White Paper" non è mai stato diffuso, gli USA hanno ignorato le procedure legali in vigore e hanno invaso l'Afghanistan. Stiamo ancora aspettando queste famose prove.
Io non so ancora se Osama Bin Laden fosse davvero dietro questi attacchi. Numerosi elementi fattuali potrebbero far sospettare di lui e di al-Qa‛ida, ma mancano sempre all’appello le prove certe a sostegno di questa ipotesi. Una cosa è sicura: gli attacchi furono pianificati e organizzati in Germania, non in Afghanistan. Dei 19 pirati dell'aria, 15 erano sauditi, due erano originari degli Emirati arabi uniti, uno era egiziano e un altro libanesi.
Peraltro, ho detto e ripetuto fin dal giorno dell’11/9 come la pericolosità e le dimensioni di al-Qa‛ida fossero state immensamente esagerate, cosa del resto confermata dal prestigioso Istituto Internazionale di studi Strategici (IISS) nell’esplosivo rapporto pubblicato a Londra questa settimana. Il numero di membri di al-Qa‛ida nata per combattere i comunisti afgani non ha mai superato le 300 unità.
Attualmente, secondo Léon Panetta, capo della CIA, non ci sono non più di 50 uomini di al-Qa‛ida in Afghanistan. E tuttavia, il presidente Obama ha triplicato le truppe USA in Afghanistan, portando il loro numero a 120mila, a causa di ciò che lui definisce "la minaccia" al-Qa‛ida. Che cosa succede?
Sono tanti coloro che credono che al-Qa‛ida sia un'invenzione americana utilizzata per giustificare le operazioni militari all'estero. Non condivido questo punto di vista. Osama Bin Laden non è stato mai un agente della CIA, anche se il suo gruppo ha beneficiato indirettamente di fondi da parte della CIA per combattere i comunisti.
Tornando all’11 settembre, non riesco a capire come dei piloti dilettanti siano stati in grado di manovrare a bassa quota aerei di quelle dimensioni e colpire esattamente il WTC ed il Pentagono. Come mi faceva notare un agente dell’Intelligence pakistana, «se fossero stati veramente dei dilettanti, avrebbero fatto schiantare i loro aerei l'uno contro l'altro, non sul World Trade Center!».
L'arresto di "addetti ai traslochi" israeliani mentre filmavano gli attacchi danzando di gioia, e quello seguente di gruppi di studenti israeliani che avrebbero "seguito" i futuri pirati dell'aria, resta un profondo mistero per me. Stessa cosa dicasi per l’immobilità della difesa aerea.
La Commissione di inchiesta sull’11/9 e stata un'operazione di cancellazione, come tutte le commissioni governative. Esse nascono appositamente per occultare e non per rivelare la verità.
Nel 2006, un sondaggio di Scripps Howard e del «Washington Post» ha rivelato che il 36% di un campione di 1000 americani interrogati era convinto che dietro gli attacchi ci sia stato il governo USA. Sono molti gli americani che non credono nella versione ufficiale sull’11-settembre.
Stessa cosa per gli europei. Il mondo musulmano nel suo complesso pensa che l’11 settembre sia stato opera d’Israele e dell’estrema destra neoconservatrice guidata da Dick Cheney
Se la versione ufficiale sull’11/9 fosse vera significherebbe che gli attacchi hanno sorpreso l'amministrazione in piena letargia mentre al contrario, proprio in quel periodo, avrebbe dovuto essere in massima allerta. Condoleezza Rice, l’incompetente perfetta, la Consigliera nazionale per la sicurezza di George W. Bush, non solo ignorò tutta una serie di avvertimenti molto preoccupanti riguardo a probabili futuri attentati, ma tagliò persino i fondi la lotta antiterroristica proprio nel periodo antecedente l’ 11/9.
La Casa Bianca ed i media si sono precipitati ad incolpare i musulmani sostenendo che questi «odiavano lo stile di vita ed i valori americani», diffondendo così il concetto di «terrorismo islamico» che vuole che sia la fede musulmana, e non i problemi politici, all'origine degli attacchi.
Questo balla pericolosa ha contaminato l'America, e ha portato ai massimi livelli l'islamofobia. Il continuo fracasso creato attorno alla costruzione di una moschea nel centro di Manhattan, e le minacce di un prete della Florida di bruciare testi del Corano sono i due più recenti e deplorevoli esempi di quanto possa essersi inasprito l’odio religioso.
Il commando suicida che aveva attaccato New York e Washington aveva giustificato chiaramente il suo atto: a) punire gli Stati Uniti per il loro appoggio a Israele nella sua politica di repressione contro i palestinesi; b) ciò che essi definiscono come occupazione USA dell’Arabia saudita. Benché fossero tutti musulmani, la religione non era il fattore scatenante
Come ha ben fatto notare il veterano della del CIA Michael Scheuer, il mondo musulmano era furioso contro gli Stati Uniti per la loro politica nella regione, e non per i valori, le libertà o la religione americana.
Queste motivazioni all'origine degli attacchi dell’11/9 sono state largamente ignorate dall'isteria crescente per via del " terrorismo islamico." L’invio di lettere contenenti antrace spedite a New York, in Florida ed a Washington proprio subito dopo l’11/9 aveva chiaramente per scopo quello di aumentare la collera contro i musulmani.
Gli autori di queste missive avvelenate non sono mai stati identificati.
Tuttavia, questi attacchi all'antrace hanno accelerato l'approvazione delle leggi semi-totalitarie del PATRIOT ACT, che hanno limitato drasticamente le libertà individuali degli americani e hanno imposto nuove leggi draconiane.
I falsi video e le cassette audio di Bin Laden. Gli attacchi all'antrace. Il Corano ritrovato intatto in modo del tutto improbabile a Ground Zero. Le prove ritrovate nella valigia che uno dei pirati pare non fosse riuscito a far imbarcare sull’aereo poi dirottato. Le affermazioni immediatamente diffuse a solo poche ore di distanza dagli eventi secondo cui al-Qai‛da fosse dietro gli attentati. Questi piloti dilettanti kamikaze e l’anomalo velocissimo cedimento delle Torri.
Ma ancora più scioccante, la registrazione del colloquio a Londra tra il presidente George Bush e il primo ministro Tony Blair, laddove si sente il presidente degli USA fare questa terribile proposta per scatenare la guerra con l'Iraq: dipingere degli aerei USA con colori dell'ONU e provocare le difese aeree irachene per spingerle ad attaccare sparando ebcreando così un "casus belli". Bush avrebbe anche preannunciato a Blair che dopo l'Iraq, avrebbe attaccato l'Arabia saudita, la Siria ed il Pakistan.
Nel 1939, la Germania nazista aveva travestito i suoi soldati con le uniformi polacche al fine di provocare un incidente di frontiera e giustificare così l'invasione della Polonia da parte della Germania. I piani di Bush erano dello stesso stampo. Un presidente capace di concepire tali operazioni criminali potrebbe andare ben più oltre pur di realizzare i suoi sogni imperialistici.
Per un vecchio giornalista come me tutto ciò odora di marcio. Ci sono veramente troppe domande senza risposte, troppi sospetti, e poi non dimentichiamo la famosa locuzione di Cicerone che dice "cui bono", "a chi giova tutto ciò?"
Il 28 febbraio 1933, un incendio, scatenato da un ebreo olandese, distrusse il Parlamento tedesco, il Reichstag (dove Hitler non si sedette mai, NdT)
Mentre le rovine del Reichstag fumavano ancora, Adolf Hitler dichiarò «guerra al terrorismo».
Venne promulgato un decreto «per la Protezione del Popolo e dello Stato», che sospendeva tutte le protezioni legali in materia di libertà di parola, di riuniobe, di proprietà, e di libertà individuali. L'incendio del Reichstag permise al governo di fermare senza la benché minima procedura legale le persone sospettate di terrorismo e di dare praticamente i pieni poteri alla Polizia.
Tutto questo vi ricorda qualche cosa?
Ed ecco un'altra coincidenza sorprendente. Due anni prima dell’11/9, una serie di esplosioni in edifici abitativi in Russia uccise più di 200 persone. Si accusò il " terrorismo islamico" ceceno.
Il panico invase la Russia e favorì l'ascesa al potere dell'ex-agente del KGB Vladimir Putin.
Agenti della sicurezza russa appartenenti al FSB furono presi con le mani nel sacco mentre tentavano di piazzare esplosivi in un altro edificio, ma la storia fu soffocata.
Un ex agente del FSB, Alexander Litvinenko, che tentò di fa luce su questo episodio, fu assassinato a Londra avvelenato con polonio radioattivo.
Con lo stesso sistema i neoconservatori dell'amministrazione Bush utilizzarono sfacciatamente l’attentato dell’ 11/9 per promuovere l'invasione dell'Iraq.
Subito prima dell'invasione i sondaggi mostravano come l’80% degli americani fossero convinti, a torto, che Saddam Hussein fosse dietro gli attacchi dell’11/9.
Il Dottor Goebbels sarebbe stato fiero.
Alla fine cosa possiamo concludere?
1) Non sappiamo ancora che cosa sia veramente accaduto l’11 settembre.
2) La versione ufficiale non è credibile.
3) L’11 settembre è servito per giustificare le invasioni strategiche dell'Afghanistan e dell'Iraq ricco in petrolio.
4) gli attacchi hanno precipitato il popolo americano in guerre contro il mondo musulmano e hanno arricchito l'industria USA degli armamenti.
5) L’11 settembre ha favorito i neoconservatori pro-israeliani, dando le redini del potere a questo gruppo inizialmente marginale, e con questi ha rafforzato anche l'estrema destra totalitaria americana.
6) la guerra ingiustificata di Bush contro l'Iraq ha distrutto uno dei due grandi nemici dell'Israele.
7) L’11 settembre ha immerso l'America in quello che potrebbe essere definito uno stato di guerra permanente contro il mondo musulmano, il che era uno dei principali obiettivi dei neoconservatori.
Ma a tutt’oggi io non ho prove di come l’11 settembre sia stato un complotto ordito dall'estrema destra o da Israele oppure sia il risultato di una gigantesca operazione di depistaggio («cover-up»).
Forse fu soltanto la "madre" di tutte le coincidenze.
Oppure ha potuto non essere che l’azione di 19 arabi furibondi e un'amministrazione Bush maldestra alla ricerca di un capro espiatorio.


 FONTE :Megachip


Traduzione per Megachip a cura di Emanuela Waldis e Pino Cabras.
Fonte: http://www.ericmargolis.com/political_commentaries/--the-mother-of-all-coincidences.aspx.

LE AMARE VERITA' SULL' ENERGIA


di Giulietto Chiesa.
Pubblichiamo il documento dell'Associazione per lo studio del picco del petrolio (ASPO), che fu inviato l'8 maggio 2010 alle autorità nazionali e regionali del nostro paese, senza che, a quanto mi risulta, vi fossero reazioni di sorta. E comunque senza che, nei programmi di governo, se ne riscontrasse traccia rilevante. Suggerisco di dare un'occhiata anche all'elenco delle personalità e delle qualifiche, scientifiche e professionali, che hanno firmato un tale documento (segno incoraggiante che esiste, anche in Italia, una importante colonia di cervelli pensanti, sebbene il loro potere di influire sulle scelte politiche sia altamente delimitato dalla stupidità dei detentori di quel potere).
Pubblichiamo perché emergono continuamente (anche all'interno di Alternativa), posizioni che ci accusano di "catastrofismo" , implicitamente o esplicitamente rifiutando di fare i conti con i dati della realtà.
Alternativa nasce proprio per porre al centro dell'azione politica i dati della realtà, contrapponendoli all'immagine virtuale che ci viene proposta da ogni lato e in ogni momento.
È del tutto comprensibile che la mente umana si ritragga di fronte a scenari di estrema gravità. Tuttavia, quando questi scenari sono incontrovertibili, emerge indispensabile la necessità di affrontarli e di non nascondere la testa sotto la sabbia.
Le polemiche contro il "catastrofismo" sono l'arma principale con cui, semplicemente, si cerca di impedire la diffusione della verità.



Nota informativa – Petrolio, economia e società

Alla Cortese Attenzione di

- Presidenti delle Regioni e province autonome
- Presidenti delle Province
- Rappresentanti di Regioni, Province ed Enti Locali presso la Conferenza Stato 
- Regioni- Enti Locali.
8 maggio 2010.

Egregio Sig. Presidente,
Ci permettiamo di sottoporre alla Sua considerazione la presente comunicazione, con l’obiettivo di contribuire al quadro conoscitivo nel settore energetico, che costituisce materia concorrente tra Stato, Regioni ed Enti Locali.

LA DISPONIBILITÀ DI PETROLIO A BASSO COSTO È IN DECLINO



Sussistono ragioni molto fondate per ritenere che la crisi finanziaria, partita nel 2007 in modo graduale ed evoluta nel 2008 in un vero e proprio ridimensionamento dell’economia globale, tragga in gran parte la propria origine nell’incapacità di estrarre petrolio greggio in quantità sufficienti, e acosti sufficientemente bassi, tali da sostenere la crescita imposta dall’economia aperta di mercato ormai affermata in tutto il mondo.
La medesima crisi e la conseguente diminuzione dei consumi ha senza dubbio avuto l’effetto, molto temporaneo, di rallentare l’incipiente deficit di petrolio, ovviamente al costo di un relativo impoverimento di molti Paesi e degli strati più svantaggiati delle relative (e sempre crescenti)popolazioni; l’attuale stabilizzazione dei prezzi del barile di petrolio oltre gli 80 dollari testimonia tuttavia che i fondamentali scatenanti non si sono modificati.
La relativa e modesta ripresa in corso non potrà che accentuare e avvicinare il momento in cui l’offerta di petrolio non potrà più fare fronte alla domanda minima sufficiente a sostenere la crescita necessaria a uno sviluppo armonico e al benessere diffuso. La stessa Agenzia Internazionale per l’Energia e il Governo USA hanno diffuso per la prima volta un avvertimento che, se ben interpretato e seguito da azioni adeguate, potrà aiutare almeno ad attenuare gli effetti del prossimo “crash” petrolifero.
La nostra Associazione si permette di suggerire una particolare attenzione non soltanto al suddetto previsto evento, ma anche alla sua collocazione nel tempo, che è estremamente ravvicinata(entro 2-3 anni) e che di fatto rende difficilmente proponibili e praticabili programmi di riconversione a breve termine del sistema energetico e tecnologico.
Emerge qualche positivo elemento di speranza, almeno per il nostro Paese, rappresentato, a titolo d’esempio, dal vero e proprio “boom” del fotovoltaico, passato in pochi anni da una nicchia trascurabile a oltre 1.200 MW di potenza installata, e dell’eolico, la cui potenza installata presto raggiungerà i 5.000 MW, complessivamente contribuendo per quasi il 5% al fabbisogno nazionale di energia elettrica. La via d’uscita è tuttavia stretta e lunga, e deve essere percorsa in fretta!Essa necessita un forte sostegno da parte di tutti i livelli di governo e amministrativi riguardo alla produzione di energia da fonti rinnovabili, al risparmio e all’efficienza energetica e al trasporto sostenibile.

QUALCHE DATO SUL PICCO DEL PETROLIO
Il grafico sottostante è stato prodotto dal Dipartimento dell’Energia (DOE) del Governo degli Stati Uniti d’America a partire dai dati dell’Agenzia Internazionale per l’Energia (AIE),agenzia intergovernativa dei Paesi OCSE, dedicata allo studio e alle previsioni sul futuro energetico mondiale.
La stessa figura prospetta un futuro energetico molto preoccupante, caratterizzato a breve dal picco della produzione di combustibili liquidi.
offertacombustibili
Si tratta di un evento storico già in corso, il cui momento critico è collocabile, secondo i dati AIE,tra circa 18 mesi, intorno al valore di 87 milioni di barili al giorno.

La produzione di petrolio convenzionale, che è in pratica tutto il petrolio con cui è stato alimentato il metabolismo sociale ed economico mondiale almeno negli ultimi 50 anni, ha superato un picco di capacità nel 2008, ed è prevista declinare con un tasso annuo del 4%.
L’apporto di petrolio non convenzionale, essenzialmente sabbie bituminose e altri progetti simili,non coprirà che in minima parte il deficit che si sta aprendo tra domanda e offerta.
Tale deficit è rappresentato, nella figura, dall’area bianca classificata come l’insieme dei progetti produttivi ancora da identificare, che si trova tra la porzione colorata della figura data dalla somma della produzione delle varie categorie di liquidi combustibili e la curva in colore blu scuro, che rappresenta le previsioni dell’AIE sulla domanda da oggi al 2030.
In altre parole, la parte colorata della figura rappresenta la realtà, la parte bianca l’immaginazione.
Questa quantità di petrolio “immaginario” ammonterebbe, nel 2030, alla cifra stratosferica di 60milioni di barili al giorno, pari alla produzione attuale di sei produttori come l’Arabia Saudita.
I problemi, tuttavia, inizieranno molto prima, allorché la domanda inizierà a superare definitivamente l’offerta.
Purtroppo le scoperte di nuovi giacimenti, lungi dal ripetere i fasti dei tempi in cui furono individuati i grandi campi petroliferi che ci hanno generosamente servito per diversi decenni, dopo un picco a metà degli anni sessanta del secolo scorso, sono andate irregolarmente ma inesorabilmente calando e si attestano oggi intorno ad 1/5 dei consumi.
Tali scoperte sono inoltre principalmente costituite da progetti petroliferi estremamente complessi dal punto di vista geologico e ingegneristico (per esempio in alto mare, in zone perennemente coperte da ghiacci, a profondità chilometriche, greggio di qualità scadente, contenente sostanze pericolose o da eliminare,complicate lavorazioni di enormi quantità di sabbie o di rocce).
Tale complessità si riflette, ovviamente e prima di tutto, in costi economici più alti e ritorni energetici minori (minore estrazione di petrolio per unità di energia spesa per estrarlo), aspetto,quest’ultimo, che, indipendentemente dalle quantità di petrolio ancora esistenti, definisce il“vantaggio” tramite il quale la struttura socio-economico-produttiva può continuare a svilupparsi.
Negli Anni Trenta del secolo scorso si utilizzava l’energia corrispondente a un barile di petrolio per estrarne cento, oggi con un barile se ne estraggono da dieci a quindici, e ciò pur tenendo conto degli enormi progressi tecnologici intervenuti nel frattempo! La stessa crescente complessità della ricerca ed estrazione di petrolio si riflette anche, come purtroppo testimoniano le recenti cronache dal Golfo del Messico, in un aumentato rischio di incidenti dalle conseguenze particolarmente gravi e durature.
Da tempo la nostra Associazione ha divulgato ad ogni livello della società, dalle scuole elementari fino agli organi di governo dello Stato, delle Regioni e degli Enti Locali, l’entità, la tempistica e le possibili conseguenze del picco petrolifero, così come ora trovano conferma nel documento del Dipartimento dell’Energia del Governo degli Stati Uniti.
Il metabolismo sociale ed economico del nostro Paese, delle sue Regioni e città è ancora totalmente dipendente dalla fruibilità di combustibili liquidi a buon mercato.
Il panorama prevedibile nella fase di declino di disponibilità di tali combustibili è caratterizzato da costi crescenti degli stessi che si trascineranno dietro costi crescenti dell’energia in generale e delle materie prime (come si è visto nel periodo 2004-2008).
Tutti i settori produttivi, dai trasporti all’agricoltura, così come l’intero assetto economico e sociale soffriranno – in modo al momento imprevedibile – generando una riduzione delle disponibilità di beni, servizi e lavoro così come oggi li concepiamo. Si rileva che l’attuale fase di sostituzione dei combustibili liquidi di origine petrolifera con il gas naturale può alleviare solo in minima parte i problemi per il settore dei trasporti.
La scrivente Associazione evidenzia quindi la necessità che l’azione politica e amministrativa si occupi nel più breve tempo possibile di garantire alla società il mantenimento dei servizi essenziali scoraggiando la deriva verso il superfluo e focalizzandosi verso la preparazione, sia materiale, sia culturale, di una comunità informata e resiliente, chiamata ad affrontare un periodo di diminuzione del flusso di beni e servizi senza per questo collassare o trasformarsi in qualcosa di diverso e sicuramente meno gradevole.
In questo quadro si evidenzia inoltre il carattere controproducente dei progetti di rilancio del paradigma vigente, rappresentati dall’ipotesi di incrementare l’uso del carbone e dal ritorno al nucleare, che sottendono l’idea non sostenibile della crescita materiale infinita.
Grati per la Sua considerazione, rimaniamo a disposizione per qualsiasi approfondimento.
Con Ossequio.
ASPO ASSOCIAZIONE PER LO STUDIO DEL PICCO DEL PETROLIO

Membri del Comitato Scientifico e Soci ASPO

Pietro Cambi
Geologo, esperto indipendente
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Domenico Coiante
Associazione Amici della Terra, Roma
d.coiante@libero.it d.coiante@libero.it Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.

Gianni Comoretto
Istituto Nazionale di Astrofisica
comore@arcetri.astro.it comore@arcetri.astro.it Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.

Massimo De Carlo
EVCG-Electric Vehicles Consultant Group, Firenze/Padova
decarlo@aae.it decarlo@aae.it Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.

Claudio Della Volpe
Ricercatore di Chimica Fisica Applicata
Università di Trento
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Alberto Di Fazio
Istituto Nazionale di Astrofisica
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Giuseppe Grazzini
Dipartimento di Energetica, Università di Firenze
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Renato Guseo
Dipartimento di Scienze Statistiche, Università di Padova
guseo@stat.unipd.it guseo@stat.unipd.it Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.

Leonardo Libero
Periodico “Energia dal Sole”, Torino
leonardo.libero@fastwebnet.it leonardo.libero@fastwebnet.it Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.

Luca Lombroso
Meteorologo e divulgatore Ambientale (www.lombroso.it)
Osservatorio Geofisico, DIMA Università di Modena e Reggio Emilia
luca@lombroso.it luca@lombroso.it Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.

Terenzio Longobardi
Ingegnere, esperto indipendente, Pisa
terenzio_longobardi@yahoo.it terenzio_longobardi@yahoo.it Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.

Pierangela Magioncalda
ERG S.p.A., Genova
pmagioncalda@erg.it pmagioncalda@erg.it Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.

Emilio Martines
Consiglio Nazionale delle Ricerche-IGI. Padova
e_martines@yahoo.com e_martines@yahoo.com Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.
Francesco Meneguzzo
Consiglio Nazionale delle Ricerche -IBIMET, Firenze
F.Meneguzzo@ibimet.cnr.it F.Meneguzzo@ibimet.cnr.it Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.

Luca Mercalli
Società Meteorologica Italiana, Torino
RaiTre “Che Tempo Che Fa”
luca.mercalli@nimbus.it luca.mercalli@nimbus.it Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.

Mirco Rossi
Divulgatore, studioso indipendente, Venezia
mirco.rossi05@libero.it mirco.rossi05@libero.it Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.

Giorgio Nebbia
Università di Bari
nebbia@quipo.it nebbia@quipo.it Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.

Massimiliano Varriale
Referente scientifico energia e rifiuti, WWF Italia Roma.
varrialemassimiliano@virgilio.it varrialemassimiliano@virgilio.it Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.



FONTE : http://www.giuliettochiesa.it

BOLLETTA ELETTROTELEVISIVA

Paolo Romani, viceministro allo Sviluppo economico con delega alle Comunicazioni, sta pensando di invertire l'onere della prova riguardante il possesso di una TV. L'idea è di chiedere il canone a tutti coloro che sono intestatari di un'utenza elettrica. Intanto si prospetta anche un aumento.
Il canone Rai potrebbe essere legato all'utenza elettrica per scovare gli evasori. Questa la proposta di Paolo Romani, viceministro allo Sviluppo economico con delega alle Comunicazioni. Durante il convegno "La svolta digitale", organizzato da ItMedia Consulting e Fondazione Einaudi, ha spiegato infatti che chi è intestatario di una linea elettrica ha sicuramente (nella maggior parte dei casi) una TV.

RAI TV

"Si inverte l'onere della prova e chi non ha la TV dovrà fare un'autocertificazione", ha dichiarato Romani. "[…] con questa misura si punta a recuperarne la metà (dei 685 milioni evasi). Utilizzando poi i fondi ripresi per il decremento del canone stesso e per finanziare i 13 canali tematici del servizio pubblico sul digitale".

Difficile al momento valutare la proposta, soprattutto se all'orizzonte sembra prospettarsi un ulteriore aumento del canone annuale di circa 20 euro. Secondo il consigliere di amministrazione Rai Angelo Maria Petroni "avremmo più finanziamenti per il servizio pubblico e si potrebbe anche ridurre l’evasione".

Ma chi è Petroni? Si tratta semplicemente di quel consigliere che nel 2009 proponeva di inserire il canone direttamente nella bolletta dell'elettricità. "Sono contro la privatizzazione della Rai, e certo però dev'essere ben ricca di fondi. Non dico togliere la pubblicità, però almeno deve recuperare il canone e abbia i fondi necessari per fare le cose che ha in testa…", solidarizzava il presidente Mediaset, Fedele Confalonieri.

FONTE http://www.tomshw.it/

giovedì 23 settembre 2010

W L'ITALIA.....L'ISTRUZIONE SECONDO GELMINI

Scuola, educazione militare

Con un accordo Gelmini-La Russa via a un corso che prevede la divisione degli studenti in "pattuglie", lezioni di tiro con la pistola ad aria compressa e percorsi "ginnico-militari".

20/09/2010
Il ministro dell'Istruzione Gelmini con il ministro della Difesa La Russa. Dietro di loro, il ministro dell'Economia Tremonti.
Il ministro dell'Istruzione Gelmini con il ministro della Difesa La Russa. Dietro di loro, il ministro dell'Economia Tremonti.
Si chiama “allenati per la vita”. E’ il corso teorico e pratico, valido come credito formativo scolastico, rivolto agli studenti delle scuole superiori, frutto di un protocollo tra ministero dell’Istruzione e della Difesa. E che cosa serve a un ragazzo per allenarsi per la vita? Esperienze di condivisione sociale, culturale e sportive , informa la circolare del comando militare lombardo rivolta ai professori della regione.

Dopo le lezioni teoriche “che possono essere inserite nell’attività scolastica di “Diritto e Costituzione” seguiranno corsi di primo soccorso, arrampicata, nuoto e salvataggio e “orienteering”, vale a dire sopravvivenza e senso di orientamento, (ma l’autore della circolare scrive orientiring, coniando un neologismo). Non solo, ma agli studenti si insegnerà a tirare con l’arco e a sparare con la pistola (ad aria compressa). E in più “percorsi ginnico-militari”.

Il perché bisogna insegnare la vita e la Costituzione a uno studente liceale facendolo sparare con una pistola ad aria compressa viene spiegato nella stessa circolare: “Le attività in argomento permettono di avvicinare, in modo innovativo e coinvolgente, il mondo della scuola alla forze armate, alla protezione civile, alla croce rossa e ai gruppi volontari del soccorso”.

Secondo il progetto Gelmini-La Russa, che ha già sollevato perplessità tra i professori che hanno ricevuto la circolare, “la pratica del mondo sportivo militare, veicolata all’interno delle scuole, oltre ad innescare e ad instaurare negli studenti la “conoscenza e l’apprendimento” della legalità, della Costituzione, delle istituzioni e dei principi del diritto internazionale, permette di evidenziare, nel percorso educativo, l’importanza del benessere personale e della collettività attraverso il contrasto al “bullismo” grazie al lavoro di squadra che determina l’aumento dell’autostima individuale ed il senso di appartenenza ad un gruppo”. Seguirà, a fine corso, “una gara pratica tra pattuglie di studenti (il termine è proprio pattuglie, recita la circolare, termine che ha fatto storcere il naso a molti docenti, ndr)”. Intanto si è aperto il dibattito: è giusto trasformare la scuola pubblica in un collegio militare? O è solo un'opportunità in più per i ragazzi di avvicinarsi a organismi e istituzioni come protezione civile, esercito e croce rossa? 
Francesco Anfossi

COSE DI CASA NOSTRA


Fa impressione leggere questo documento che accomuna il sindaco di Corleone, il senatore palermitano e – indirettamente – il premier sotto le mammelle dello stesso sistema politico-mafioso. Se il documento pubblicato dal Fatto Quotidiano sarà attribuito dai periti a Vito Ciancimino, come sostiene la sua famiglia, la frase "siamo figli della stessa lupa" entrerà nella storia dei rapporti tra mafia, politica e imprenditoria. A consegnarlo ai magistrati è stata Epifania Scardino, vedova di don Vito. La donna ha anche prodotto decine di fogli scritti a macchina e in parte annotati con una calligrafia che appare identica a quella di suo marito. Nelle carte il consigliori di Bernardo Provenzano ricostruisce i suoi rapporti imprenditoriali con Dell'Utri e Berlusconi e si scaglia contro i magistrati. Don Vito è furioso perché è stato condannato, mentre Marcello Dell'Utri veniva prosciolto e Silvio Berlusconi faceva carriera dopo essere stato addirittura nominato Cavaliere. Secondo il figlio di Ciancimino, Massimo, i documenti risalgono al 1989. Adesso a studiarli è la polizia Scientifica. Vito Ciancimino racconta di avere investito denaro nelle imprese di Berlusconi, assieme ad altri imprenditori poi condannati per mafia, ricavandone molti miliardi di vecchie lire. Adesso si attendono i risultati delle analisi. I pm hanno chiesto alla polizia di fare presto. Se arrivassero i riscontri il premier rischierebbe di finire di nuovo sotto inchiesta.

mercoledì 22 settembre 2010

CONSEGUENZE POLITICHE DEL DICHIARARE UNA ‘PANDEMIA’


Nel contesto di una pandemia è possibile dichiarare obbligatorio il vaccino per
determinati gruppi di persone o perfino per l'insieme dei cittadini
- cosa può succedere a una persona che decide che non vuole vaccinarsi? finchè non venga decretato che il vaccino è obbligatorio non gli può succedere nulla; nel momento in cui però ne venga dichiarata l'obbligatorietà, lo stato ha l'obbligo allora di far compiere la legge, imponendo una multa o perfino la prigione (nello stato del Massachusset la multa prevista per casi come questo può arrivare ai 1.000 dollari per ogni giorno che passa senza essersi vaccinati
- davanti a questa situazione, c'è chi può pensare: se rendono obbligatorio il
vaccino, si tratta di vaccinarsi e storia finita, tanto il vaccino è più o meno come
quello di ogni anno, non c'è da preoccuparsi tanto
- bisogna sapere però che ci sono tre novità che fanno che il vaccino dell'influenza A sia diverso da quello di ogni anno: la prima novità è che la maggior parte dei laboratori stanno preparando il vaccino in modo tale che una sola iniezione non sia sufficiente e ne occorrano due; l'OMS raccomanda inoltre che non si trascuri di somministrare anche il vaccino per l’influenza stagionale; chiunque segua queste raccomandazioni dell'OMS si espone a una tripla iniezione di virus; questa è una novità che teoricamente moltiplica per tre i possibili effetti secondari, anche se in realtà nessuno sa quali possano essere questi effetti perchè finora non si è mai fatto; la seconda novità è che alcuni dei laboratori responsabili hanno deciso di aggiungere al vaccino dei coadiuvanti più potenti rispetto a quelli utilizzati finoranel vaccino annuale; i coadiuvanti sono sostanze che si aggiungono al vaccino per stimolare il sistema immunitario; il vaccino dell'influenza A che sta fabbricando il laboratorio Glaxo-Smith-Kline, per esempio, contiene un coadiuvante chiamato AS03 (una combinazione di squaleni e polisorbato) che moltiplica per dieci la risposta immunitaria; il problema è che nessuno può garantire che questo stimolo
artificiale del sistema immunitario non provochi malattie autoimmunitarie gravi
dopo un certo tempo (come la paralisi ascendente di Guillain-Barré) 16; e la terza novità che distingue il vaccino dell'influenza A da quello di ogni anno è che le compagnie farmaceutiche che lo fabbricano stanno esigendo dagli stati la firma  degli accordi che conferiscano loro impunità nel caso che i vaccini abbiano maggiori effetti secondari del previsto (per esempio è previsto che la paralisi di Guillain-Barré colpisca circa 90 persone per ogni milione di vaccinati); gli Stati Uniti hanno già firmato un accordo che assolve sia i politici che le case
farmaceutiche da qualunque responsabilità per gli effetti secondari del vaccino

NUOVO ANNO NUOVA INFLEUNZA H1N1 NEW

A Lione si cerca di incrociare i virus H1N1 e H5N1 dell’influenza

7 settembre 2010
Di Luigi Iannantuoni

Nel cuore del P4, un laboratorio di massima sicurezza, un esperimento in corso cerca di determinare le condizioni d’ibridazione di due virus. Il primo si propaga rapidamente ma ha una bassa mortalità, il secondo è poco contagioso ma spesso mortale.

Da tre settimane il laboratorio P4 di Lione ha interrotto qualsiasi altra manipolazione. Questo laboratorio di massima sicurezza – non ne esiste che uno in Francia ed una ventina nel mondo – si concentra attualmente su un esperimento ad alto rischio: dei tentativi di incrocio tra il nuovo virus H1N1 e quello dell’influenza aviaria, l’H5N1. Il primo si diffonde facilmente ed ha una bassa mortalità, il secondo si diffonde difficilmente ed ha un’alta mortalità.
«Si cerca di comprendere, infettando una cellula con due virus, quali siano le condizioni determinanti a livello genetico che permetterebbe loro i scambiare i loro geni (notoriamente all’interno dei maiali – NDR)» riassume il virologo Bruno Lina, che dirige dirige i lavori sull’influenza A in questo laboratorio dell’Inserm. Tre biologi della sua équipe sono stati distaccati per effettuare questi eperimenti decisi ed avallati a livello ministeriale. Provvisti di passaporti specifici, essi sono assistiti da una mezza dozzina di tecnici impiegati presso il laboratorio. «Tutte le manipolazioni si fanno in scafandro ed obbediscono a dei regolamenti molto restrittivi» assicura Bruno Lina.


Se l’esperimento è legato al Centro Nazionale di controllo dei virus influenzali che quest’ultimo [Bruno Lina - N.dT.] dirige, la finalità non sarebbe, a suo dire, quella di arrivare ad un vaccino, ma solo di ottenere alcune informazioni: «Perché fabbricare un vaccino contro un virus che non esiste?» O non esiste ancora. I primi risultati non si avranno prima di due mesi e serviranno a stabilire quale prosecuzione dare a questa operazione dal budget (provvisorio) di 200.000 euro. Per adesso, «si è fatto qualche tentativo, ma non si è ottenuto che qualche risultato preliminare» aggiunge il virologo. Se è troppo presto per dedurne qualcosa riguardo alla probabilità del’apparizione di un tale mostro virale, «al momento il rischio sembra piccolo» ci confida. E conclude dicendo: «Questa è una buona notizia».

FONTE :  http://www.infoland.ch/

Inizia l'autunno e come sempre  arrivano i malanni stagionali e con essi i vaccini,per quest'anno sarà in circolazione il vaccino per l'influenza stagionale che non sarà altro che quello dell'anno scorso (dato che non l'hanno venduto) con alcune modifiche.
Potete scaricare i dossier sulla loro tossicità su questo link
http://www.mediafire.com/download.php?fd62ocq4snl58c4 
VN:F [1.9.4_1102]

TERREMOTI PER CAUSA NATURALE O PER CAUSE BELLICHE...?


Si chiama H.A.A.R.P il sistema che ha causato il terremoto di Haiti.
6 settembre 2010
Di Luigi Iannantuoni

Cosa ha causato il terremoto di Haiti? È mai possibile che dietro ad una catastrofe come quella del terremoto di Haiti ci sia la mano dell’uomo?

Mi piacerebbe molto continuare a sognare, a dire che certe cose sono impossibili per l’uomo, ma purtroppo ogni giorno che passa mi rendo conto quanto l’impossibile sia diventato possibile. Dobbiamo informarci di più e sempre meglio, non bisogna sentire una sola campana, ma cercare la verità laddove sia possibile trovarla, e se non trovate riscontri allora lasciate perdere, peccato che quanto stò per scrivere di riscontri ve ne siano fin troppi, certo nessuno mai vi dirà, “si è vero, il terremoto di Haiti, così come altre calamità “naturali” è stato creato dal nostro sistema H.A.A.R.P. in grado anche di far piovere nel deserto se volessimo”, questa verità non verrà mai fuori verbalmente o sulla carta firmato da un Presidente Americano o di qualsiasi altra nazione.

Ma queste risposte, e queste verità, possiamo soltanto andarcele a cercare da noi, collegando i vari elementi, come un grande puzzle, per trovare delle verità tristi, che molto spesso è meglio ignorare e pensare che siano solo fandonie o sogni di qualche squilibrato che una realtà concreta.

Il DIO che è sempre più onnipresente nelle persone senza scupoli e con moltissime risorse economiche, ha fatto si che anche le intemperie e le calamità fino a qualche tempo fa definite “naturali” diventassero di natura umana.

Non so quanti di voi hanno studiato Tesla ed i suoi “strampalati” progetti, e tutto il mistero che gira intorno alla sua più strampalata morte, fatto stà che molti di quei progetti da lui inventati e seguiti, sono diventati realtà da moltissimi anni.

Soltanto ora si iniziano a scoperchiare le pentole di questi segreti, ed escono fuori brevetti depositati tipo questo US Patent No 4.686.605 di un sistema in grado di manipolare il sistema meteorologico oppure le calamità una volta naturali come il terremoto.

Prima di andare avanti con il mio articolo fate voi stessi una ricerca su internet, googlate un po cercando il termine “H.A.A.R.P”, non è un problema non conoscere l’inglese, tanto ci pensa google a tradurre tutti i documenti in Italiano, e vedrete che le cose che dirò non sono poi soltanto fantasticherie.

E’iniziata la colonizzazione di Haiti,prima è stata distrutta,;hanno provocato un terremoto tramite la tecnologia H.A.A.R.P.,adesso la ricostruiranno,e il fantoccio Obama ha scelto Bush e Clinton per gestire gli aiuti alla popolazione locale.
Avesse scelto Jack lo squartatore gli abitanti erano più al sicuro!
Quindi aspettiamoci ricostruzioni da parte del gruppo Carlyle o associati e prestiti dal FMI e dalla Banca Mondiale,tanto per rendere ancora più schiavi gli Haitiani…

Cos’è HAARP?

Presso Gakona, circa 200 km a Nord-Est del Golfo del Principe Guglielmo, un terreno di proprietà del Dipartimento della Difesa USA fu scelto il 18 ottobre 1993 da funzionari dell’Air Force e a partire dall’anno seguente venne disseminato di piloni d’alluminio alti 22 metri, il cui numero è cresciuto di anno in anno fino ad arrivare a 180. Ognuno di questi piloni porta doppie antenne a dipoli incrociati, una coppia per la «banda bassa» da 2.8 a 7 MegaHerz e l’altra per la «banda alta» da 7 fino 10 MegaHerz.

Tali antenne sono capaci di trasmettere onde ad alta frequenza fino a quote di 350Km, grazie alla loro grande potenza. A pieno regime, l’impianto richiede 3.6 MegaWatt, assicurati da 6 generatori azionati da altrettanti motori diesel da 3600 cavalli l’uno. Scopo ufficiale di queste installazioni è studiare la ionosfera per migliorare le telecomunicazioni. Come si sa, questo strato è composto da materia rarefatta allo stato di plasma, cioè di particelle cariche (ioni), e ha la proprietà di riflettere verso terra le onde hertziane, in particolare nelle ore notturne. (In questo processo sono molto d’aiuto le scie chimiche…)E’ per questo, ad esempio, che di notte ci è possibile ascoltare alla radio le stazioni AM di molti Paesi stranieri, dato che la riflessione ionosferica permette ai segnali di scavalcare la curvatura terrestre.

Secondo lo stesso principio è plausibile che le irradiazioni delle antenne HAARP possano rimbalzare fino a colpire gli strati bassi dell’atmosfera sopra un Paese distante migliaia di chilometri. Ed interferire quindi con i fenomeni meteorologici. Un uso militare dell’HAARP è ammesso dalla Federazione Scienziati Americani. Un uso, tuttavia, non distruttivo, ma solo di ricognizione. Modulando i segnali in frequenze bassissime, cioè onde ELF o VLF, si potrebbe «vedere ciò che succede nel sottosuolo, individuando bunker, silos di missili, e altre installazioni sotterranee di Stati avversi. Al di là di ciò, la «guerra ecologica» appare terribilmente possibile da oltre vent’anni.

Già nel 1976 l’Enciclopedia Militare Sovietica ventilava il rischio che gli Stati Uniti, per via elettromagnetica o per via astronautica, potessero modificare il clima dell’Eurasia lacerando lo strato di ozono sopra l’URSS. L’Unione Sovietica si accordò così con gli USA perché fosse proibito l’uso dei cambiamenti climatici ambientali. A livello ONU, ciò fu ribadito con la convenzione ENMOD (Environmental Modifications), entrata in vigore il 5 ottobre 1978. Ma pochi anni dopo, negli Stati Uniti, lo scienziato considerato il padre dell’HAARP ideava un sistema volto apertamente a controllare i fenomeni meteo. L’11 agosto 1897 il dott. Bernard Eastlund brevettava con numero di «patente» 4,686,605 il suo «Metodo e apparato per l’alterazione di una regione dell’atmosfera, della ionosfera o della magnetosfera».

Si dice che Eastlund, fisico del MIT si sia ispirato ai lavori del grande genio Nikola Tesla (1856-1943), lo scienziato jugoslavo emigrato in America nel 1884. A Tesla dobbiamo molti ritrovati che resero possibile la diffusione dell’elettricità, soprattutto la corrente alternata trifase (mentre Edison era rimasto arroccato sulla corrente continua). Inoltre aveva tentato di sviluppare un sistema di trasmissione dell’energia via etere, il che avrebbe reso inutili i cavi, nonché un apparecchio per ottenere elettricità gratuita per tutti ricavandola dalle oscillazioni naturali del campo elettrico terrestre. Quando Tesla morì, l’8 gennaio 1943, gli agenti dell’FBI diedero la caccia a tutti i suoi progetti, e su questi permane il mistero.Tesla aveva parlato persino di raggi della morte, efficaci fino a 320 km di distanza.

Non sappiamo esattamente quanto vi sia di Tesla nei progetti del dott. Eastlund e nell’HAARP. Fatto sta che negli anni Novanta Eastlund fondò una sua compagnia, la Eastlund Scientific Enterprise, che fra le attività menzionate sul suo sito web comprende tanto la partecipazione al programma HAARP, quanto l’esplicita ricerca nel campo delle modificazioni meteorologiche. Che dire?Nel libro: «Guerra senza limiti», scritto da due colonnelli dell’aeronautica Cinese, Qiao Liang e Wang Xiansui,vi sono cose che fanno rabbrividire,dicono infatti: «Utilizzando metodi che provocano terremoti e modificando le precipitazioni piovose, la temperatura e la composizione atmosferica, il livello del mare e le caratteristiche della luce solare, si danneggia l’ambiente fisico della terra o si crea un’ecologia locale alternativa. Forse, presto, un effetto El Nino creato dall’uomo diverrà una superarma nelle mani di alcune nazioni e/o organizzazioni non-statali».

Non credete sia possibile vero? GUARDATE QUESTO FILMATO:
http://www.youtube.com/watch?v=WCzlbVURd9A
Avete mai sentito parlare di Shoichi Nakagawa, 56enne ex ministro delle Finanze giapponese,trovato morto a letto nella sua abitazione a Tokyo?
Gli fu posta una domanda:”Come mai avete passato il controllo del sistema finanziario giapponese a gruppi oligarchici anglo-americani?”
Il ministro rispose che se non l’avessero fatto avrebbero distrutto il Giappone con Terremoti.
Adesso il ministro è morto d’infarto,ma tu guarda le coincidenze……