Il 2011 è l'anno delle proteste, alcune in atto altre annunciate e altre nascoste,come nel caso degli States. Il solo pensiero che il paese simbolo del capitalismo e delle opportunita stia decadendo,portando nel baratro oltre i suoi abitanti anche il mondo intero(vedi ultima crisi economica mondiale) fa riflettere moltissimo sulle conseguenze che tutto questo portera' quando sarà reso noto.
 
di A. Folliero
Nel mese di febbraio il debito pubblico statunitense è continuato a crescere; da inizio anno è aumentato complessivamente di 169,55 miliardi.  Nell’ultimo anno, a causa dell’aumento dei prezzi dei prodotti  agricoli, in molti paesi del nord Africa e del Medio Oriente sono  scoppiate rivolte popolari. 
La fame è, dunque, alla base di  queste rivolte, che solo negli ultimi mesi sono arrivate all’attenzione  dei media mondiali; basta citare la rivolta in Egitto, di cui noi  abbiamo parlato già un anno fa circa e che i media ufficiali hanno  scoperto solo all’inizio di quest’anno!
Oggi nessuno ne parla, ma presto vedremo queste rivolte anche negli Stati Uniti.
Molto  presto gli statunitensi, che fino ad ora sono i più ricchi del pianeta,  avranno problemi di fame ed inevitabilmente i morsi della fame  conducono alle rivolte, alle esplosioni sociali. 
Pochi  giorni fa sono stati diffusi i dati, aggiornati al mese di dicembre del  2010, sugli statunitensi che usufruiscono della assistenza alimentare  del governo, ossia coloro che riescono a mangiare grazie agli aiuti del governo.
Secondo questi dati, sono 44.082.324 gli statunitensi che sopravvivono  grazie agli aiuti statali; rispetto all’anno precedente sono aumentati  di oltre il 13% e nell’ultimo mese la crescita dei bisognosi di  assistenza è stata dell’1,1%. In pratica quasi il 15% della popolazione USA sopravvive grazie alla elemosina del governo o per meglio dire il governo riesce ad impedire le esplosioni sociali grazie a questi aiuti.
Queste esplosioni sociali, negli  USA non potranno essere contenute per molto tempo ancora. Anche questi  aiuti, che ammontano a decine di miliardi al mese, contribuiscono ad  alimentare il deficit.
Analizziamo brevemente come si sta financiando il deficit USA. Sostanzialmente il deficit è coperto in due modi: i titoli del debito pubblico USA sono acquistati per il 70% dal Banco Centrale USA, la Federal Reserve ed il restante 30% dalle banche centrali di altri paesi.  In concreto, da un lato la Federal Riserve acquista i buoni del tesoro  USA coi soldi che stampa, ossia stampa dollari e li trasferisce al  governo; dall’altro lato il debito è coperto da alcune banche centrali  di paesi esteri.
I paesi che maggiormente stanno aiutando gli USA sono: il Regno Unito,  il Giappone, la Cina, il Canada ed il Brasile; questi cinque paesi che detengono quasi il 60% di tutto il debito estero USA,  negli ultimi sei mesi hanno contribuito ad acquistare l’85% delle  necessità USA, coperte attraverso la vendita all’estero dei titoli del  debito publico.
In particolare, il Regno Unito negli ultimi sei mesi ha coperto il 40% del debito estero totale.  La banca centrale inglese è riuscita a trovare i soldi grazie alla  manovra del governo inglese che ha tagliato la spesa pubblica, ha  incrementato le tasse ed ha proseguito nella privatizzazione, ossia la  vendita di quanto ancora rimane da vendere dei beni statali. Il governo  inglese non potrà continuare a spremere, derubare il proprio popolo  all’infinito, senza ritrovarsi in casa esplosioni sociali, per cui è  pensabile che debba necessariamente ridurre questi aiuti.
Anche il Giappone, che negli ultimi sei mesi aveva contribuito ad acquistare il 20% del debito estero USA, a causa del recente terremoto, non potrà più permettersi di trasferire agli USA quei soldi, che ovviamente servono alla ricostruzione.
La  Cina, che rimane il primo paese detentore del debito estero degli USA,  con oltre 1.160 miliardi di dollari, negli ultimi sei mesi ha trasferito  agli USA solo 48 miliardi, poco più del 10% del totale. La  Cina è il maggiore detentore in assoluto del debito estero USA, però  negli ultimi sei mesi ha drasticamente diminuito l’acquisto di titoli  USA ed è probabile che continui a farlo in quanto è imepegnata a  sviluppare il mercato interno. Insomma la Cina, che nel mese di  febbraio, e per la prima volta in sette anni, ha avuto un deficit  commerciale di oltre 3 miliardi, invece di trasferire i soldi agli USA,  li utilizzerà sotto forma di aumenti salariali, per stimolare la domanda  interna.
Il  Canada è un altro dei paesi occidentali in crisi e quindi diffícilmente  potrà continuare a sostenere il debito USA nella misura attuale.
In conclusione sono pochi i paesi che possono permettersi di trasferire  denaro agli USA; tra questi il Brasile e le banche centrali di alcuni  paesi caraibici, ma non potranno certamente compensare il mancato  afflusso dei primi cinque attuali finanziatori.
E’ dunque molto  probabile che gli USA non potranno contnuare a trovare all’estero i  capitali per finanziare il proprio deficit di bilancio.
Il governo USA sarà costretto a  ricorrere sempre più alla stampa dei dollari, misura pericolossissima  perchè farà crescere l’inflazione. Allo stesso tempo, dovrà ricorrere a  tagli della spesa pubblica, ma non avendo minimamente intenzione di  tagliare le spese militari (che per il prossimo bilancio sono state  ridotte simbolicamente, ma che probabilmente cresceranno se, come  sembra, il governo di Obama è intenzionato ad aprire nuovi fronti di  guerra in Libia, in Yemen, in Pakistan), sarà  costretto a tagliare le spese sociali ed assistenziali, tra le quali  gli aiuti alimentari per permettere a decine di milioni di statunitensi  di non morire di fame, evitando le esplosioni sociali.
Con questi inevitabili tagli,  con l’incremento delle tasse ed il costante aumento della disoccupazione  (che a differenza dei dati ufficiali che riportano il 10%, è di almeno  il doppio), in sostanza si sta preparando una miscela esplosiva. Le  esplosioni sociali saranno inevitabili.
Se oggi il 15% della popolazione  USA vive di assistenza e si evita la sua esplosione grazie a questi  aiuti, nei prossimi mesi con l’aumento dei bisognosi, della gente che  muore di fame ed i tagli che il governo dovrà fare assisteremo inevitabilmente a esplosioni sociali anche negli Stati Uniti, sullo stile di quelle che stiamo vedendo nel nord Africa.
Le file dei poveri in USA sono destinate a crescere anche per un altro fattore. La crescita dei prezzi delle materie prime,  in particolare dei prodotti petroliferi sta determinando un aumento dei  prezzi dei prodotti cinesi, che sono i prodotti maggiormente consumati  dagli statunitensi.
L’aumento dei prezzi congiuntamente alla rivalutazione della moneta  cinese e la perdita di valore del dollaro, determinerà che sempre meno  statunitensi potranno accedere ai prodotti provenienti dalla Cina, ossia  accedere al mercato.
Nei  prossimi mesi la maggioranza degli statunitensi avrà problemi a mettere  qualcosa in tavola e la fame inevitabilmente condurrà alle esplosioni  sociali.
Ma la cosa peggiore è che la stragrande maggioranza degli statunitensi, distolti dall’ultimo modello di cellulare, di Ipod, di Ipad e quanto serve a rincretinirli, ignora totalmente cosa gli sta per accadere, da qui a qualche mese! 
Recentemente, anche il Wall Street Journal ha cominciato a parlare della fine dell’era del dollaro; ovviamente  ne parla come di un qualcosa che avverà in un futuro lontano, da qui a  dieci anni. La verità è che la storia della maggioranza degli  statunitensi cambierà molto, ma molto prima; anzi è probabile che si  realizzino le previsioni di alcuni studiosi, tra i quali gli scriventi,  che da anni stanno avvertendo circa una possibile balcanizzazione,  frantumazione, disgregazione degli Stati Uniti. Gli Stati Uniti cesseranno di esistere.
FONTE:
Articolo pubblicato sul blog di
 Attilio Folliero
Link diretto all'articolo:
http://attiliofolliero.blogspot.com/2011/03/gli-usa-verso-la-fame-e-la-rivoluzione.html#more
Ma quali saranno le conseguenze ....?