Visualizzazioni ultima settimana

Cerca nel blog

lunedì 22 novembre 2010

FENOMENI METEREOLOGICI MOLTO STRANI IN TUTTA ITALIA

Vi segnalo un inconsueto e alquanto strano fenomeno che in questi giorni sta invadendo tutt'Italia,sopratutto la Sardegna.
Si tratterebbe di una "pioggia " di filamenti tipo ragnatela caduti copiosamente ad Oristano.La cosa che fa rimanere ancora piu basiti è il fatto che sono comparsi dopo svariate evoluzioni di aerei,si prega chiunque avvisti tale fenomeno di fotografare o filmare e raccogliere dei campioni E CONTATTARE http://scienzediconfineemistero.blogspot.com  e citare LIBEROINFORMATORE
Ritengo che sia compito di tutti monitorare l'ambiente e denunciare le attivita che mirano a devastarlo   in quanto è un bene prezioso di tutti e per tutti.




Il 12 ottobre 2010 a Marrùbiu e dintorni piove una sostanza lanuginosa ed appiccicosa di colore bianco, il cielo e costellato di scie chimiche, uno scempio che ancora perpetua nei nostri cieli non più azzurri.

Prima foto di Claudia
Claudia Flore e Maria Grazia Campus che hanno segnalato l’evento, ed altre persone che ancora non mi hanno formalizzato la loro testimonianza (anche se ne abbiamo parlato in privato), mi comunicano dell’evento in questione, evento che probabilmente si verifica su tutta Oristano e dintorni, dove piove lo stesso materiale.
 Molti sarebbero i testimoni della pioggia di materiale artificiale dal cielo, lo stesso evento si sarebbe verificato successivamente nel Senese (Toscana), ed anche in questo caso è stato documentato e testimoniato da più persone, ed una recente testimonianza mi ha fatto sapere che lo stesso è successo in quei giorni nel salernitano (Campania).

Seconda foto di Claudia
Claudia mi ha spedito due foto di quel giorno perfettamente chiare, le foto esposte nell’articolo parlano chiaramente e non lasciano molti dubbi sull’origine artificiale del materiale in questione. Maria Grazia, mi ha confermato invece, che il materiale è stato analizzato dall’associazione ARPA di Oristano, che ha confermato che si tratta di materiale sintetico; non si capisce però la ragione per cui non è stato consegnato alcun referto dell’esame alla persona richiedente. Gli analisti dell’ARPA avrebbero chiesto ulteriore materiale da analizzare per trarre le conclusioni, materiale non più disponibile perché si dissolve rapidamente. Ritengo molto strano che e abbiano potuto constatare che si tratta di materiale sintetico, e non abbiano potuto stilare almeno un esame generico e scriverlo su un foglio, che tra l’altro sarebbe stata una prova.

Molti diranno che parlare di questi argomenti, senza esporre prove concrete, è facile ed allo stesso tempo ingenuo, io rispondo subito che vi sono prove a riguardo ormai da anni, e che si conosce persino in linea generale, ed in alcuni casi nello specifico, l’esatta composizione di questo tipo di filamenti, ed il nesso che essi in molti casi avrebbero con il passaggio dei tristemente noti Tanker, che rilasciano scie chimiche nei nostri cieli. Eccovi riportato per esteso alcune parti delle analisi eseguite da Giorgio Pattera e dell’articolo degli amici di Tanker Enemy prese dal loro stesso sito.

Ecco il risultato delle analisi dello scienziato:

I "polimeri di ricaduta" esaminati:


- NON SONO sicuramente la produzione (che risulterebbe a livello industriale, fra l’altro, per coprire l’estensione territoriale Vercelli–Milano/Bologna–Ferrara !) delle ghiandole serigene dei cosiddetti “ragni d’alta quota”, la cui esistenza (dal punto di vista entomologico) lasciamo appannaggio delle “leggende metropolitane”, con buona pace del C.I.C.A.P.

- NON SONO assimilabili, nemmeno lontanamente, ai filamenti di “bambagia silicea” (o “capelli d’angelo”, “cheveux d’ange” in francese: si volatilizzarono in breve tempo, quasi “sublimandosi” a contatto delle mani, a differenza di quelli in oggetto, tuttora resistenti), caduti in concomitanza col passaggio a bassa quota di O.V.N.I., su Oloron nel 1952 e su Firenze nel 1954. In quest’ultimo caso, grazie all'intraprendente solerzia di uno studente, allora laureando in Ingegneria, si è potuta eseguire l’analisi chimica dei filamenti presso l’Istituto di Chimica analitica dell’Università di Firenze. Il referto analitico conclude lapidariamente: “Sostanza a struttura macromolecolare, contenente boro, silicio, calcio e magnesio. In linea puramente ipotetica, potrebbe trattarsi di vetro borosilicico. Firmato: il Direttore, Prof. G.Canneri”. 

Dopo aver eseguito diverse analisi (prove di combustione, misurazione pH, prove di solubilità, saggi coi reattivi di Loewe e Schweitzer etc.), tali filamenti parrebbero presentare alcuni comportamenti simili alla seta (simili, non uguali). 

Che senso ha parlare di “seta volante” ?

Sono state formulate tre ipotesi: 
1) - I filamenti analizzati sarebbero da collegarsi, in qualche modo, al sorvolo delle località interessate per opera di oggetti volanti non identificati, così come riferito da numerosi testimoni: situazione simile, pertanto, a quelle già citate (Oloron, 1952; Firenze, 1954), con l’unica differenza consistente nel tipo di sostanza ricaduta al suolo (borosilicato contro polimeri organici). Anche oggi, come allora, restano sconosciute le motivazioni di tale “pioggia”. 

2) – I filamenti analizzati sarebbero un “sotto-prodotto”, una conseguenza “accessoria” del progetto (si dice a carico della N.A.T.O.) di modificazioni climatiche, al fine di prevenire la formazione di eventi atmosferici turbolenti (uragani, precipitazioni intense, trombe d’aria), particolarmente disastrosi per il continente europeo. Tale progetto verrebbe messo in atto mediante il rilascio in atmosfera, per mezzo di aeromobili privi di contrassegno identificativo, di particolari elementi (bario, ioduro d’argento etc.) in grado, per l’appunto, di influire sul clima, impedendo o favorendo la formazione di nubi e le relative piogge. Questa azione diretta sul clima è già stata sperimentata con successo durante lo svolgimento delle Olimpiadi di Mosca, nel 1980, grazie ad un’intesa (al tempo segreta e trapelata solo dopo la caduta del muro di Berlino) fra l’aeronautica sovietica e quella statunitense. Ma anche oggi possiamo notare gli effetti della dispersione delle suddette sostanze nei nostri cieli: entro 48 – max. 72 ore dalla comparsa delle “chemtrails”, rilasciate da velivoli non identificabili nell’atmosfera tersa, si osserva la comparsa di formazioni nuvolose, seguite da precipitazioni più o meno intense. 

3) – I filamenti analizzati sarebbero il risultato di un processo di polimerizzazione di sostanze organiche (bio-polimeri di sintesi), realizzato artificialmente ed impiegato come “supporto” di altri componenti (polveri metalliche?), allo scopo di diffondere nell’atmosfera un “aerosol”, atto a potenziare ed estendere, nello spazio e nel tempo, la riflessione delle onde elettromagnetiche (radar, comunicazioni radio, trasmissioni satellitari); il tutto, ovviamente, a scopi militari di controllo e di “intelligence”. Questa ipotesi è quella più plausibile, dato che una delle proprietà della seta è quella di fissare con facilità sali di alluminio, ferro e stagno, con formazione di sali basici insolubili. In altre parole, questi polimeri bio-sintetici fungerebbero da “adiuvanti” nella nebulizzazione aerea di composti metallici non meglio rilevabili, comportandosi come i sistemi di diffusione dei semi da parte del vento, usati da alcune essenze vegetali (tarassaco, tiglio etc.). Si tenga conto anche del fatto che (sicuramente su Parma, mentre non abbiamo riscontri per le altre località) la ricaduta così copiosa di “ragnatele” si è avuta dopo un intenso via-vai di aeromobili non identificabili, che hanno disegnato sulla verticale della zona una “scacchiera” di scie (ma diverse da quelle “normali” di condensazione dei gas di scarico dei jet, per forma, dimensione ed insistenza temporale), denominate per l’appunto“chemtrails”, come osservato da numerosi testimoni oculari.

Lanugine raccolta a Vercelli anni a dietro
Purtroppo se avessimo avuto l’analisi di questo materiale caduto ad Oristano, avremmo potuto aggiungere altre prove ed analisi; speriamo che in un'altra eventuale occasione questo sarà possibile (anche se preferiremmo on si verificasse più), in ogni caso è importante effettuare segnalazioni e riprendere con video o fare foto, e comunicarlo a chi di dovere per fare sapere alle persone di questi eventi. Voci di corridoio, non ancora confermate, dichiarano che alcune persone che sarebbero venute in contatto con questi polimeri, nell’arco di 48 ore hanno presentato sintomi simili a quelli influenzali, e che questi soggetti spesso finiscono in ospedale per le precarie condizioni, a loro viene comunque diagnosticata una sorta di infezione virale influenzale, curata con fermenti lattici e antibiotici, che come ben sappiamo non servono a nulla contro i virus, infatti questi sono adatti per il contrasto batterico nel secondo caso, e nell’ripristino dei batteri gastrici nel primo. E’ importante sottolineare che ciò che sto scrivendo pur non essendo provabile,  è veritiero, spero che contribuirete tutti a fornire ulteriori testimonianze ed a dare supporto anche a questa segnalazione.




Ricordo a tutti in questa sede che il fenomeno delle ChemTrail e di tutto ciò che rotea intorno ad esse, è di importanza primaria per poter capire a cosa stiamo andando incontro per il nostro futuro, e soprattutto a quello dei nostri figli, che tanto amiamo.


Fonte delle analisi:

Articolo di Gabriele Lombardo




 FONTE:http://scienzediconfineemistero.blogspot.com/search?updated-max=2010-11-14T03%3A03%3A00-08%3A00&max-results=7

Nessun commento:

Posta un commento