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mercoledì 7 settembre 2011

LE CURE CI SONO MA ALLE CASE FARMACEUTICHE NON INTERESSANO

Le cure per il cancro ci sono da tempo,però sembra che non interessano ai governi,alle case farmaceutiche in quanto queste cure non rendono,sono cure che fanno guarire veramente le persone e di conseguenza le big pharma non guadagnano.Ricordiamoci che un malato di tumore è una miniera d'oro per questi delinquenti,che va sfruttato finoalla fine....

 

Trovata in Canada una cura per il cancro, ma le big pharma fanno finta di niente

By Corrado Penna - Posted on 21 maggio 2011
Clicca per ingrandireI ricercatori dell'Università di Alberta, a Edmonton, in Canada hanno trovato la cura per il cancro, la settimana scorsa, ma se ne parla pochissimo nei notiziari e alla TV.
È una tecnica semplice, si utilizza un farmaco molto semplice.
Il metodo impiega dicloroacetato, che è attualmente usato per trattare i disordini metabolici. Quindi, non vi è alcuna preoccupazione per gli effetti collaterali o gli effetti a lungo termine.
Questo farmaco non richiede un brevetto, per cui chiunque lo può utilizzare ampiamente ed è economico rispetto ai costosi farmaci antitumorali prodotti da grandi aziende farmaceutiche.
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Gli scienziati canadesi hanno testato questo dicloroacetato (DCA) sulle cellule dell'uomo, ed ha ucciso le cellule del cancro dal polmone, mammella e cervello ed ha lasciato intatte quelle sane. È stato testato su topi con tumori gravi che si sono ridotti quando sono stati alimentati con acqua integrata con DCA. Il farmaco è ampiamente disponibile e la tecnica è facile da usare. Perché le case farmaceutiche più importanti non sono coinvolte? O i media non ne sono interessati?
Nel corpo umano c'è un elementa naturale che lotta contro il cancro: i mitocondri, ma hanno bisogno di essere “spinti” per essere abbastanza efficaci [i mitocondri sono organi contenuti in ogni cellula umana, con una struttura simile a quella dei batteri, e con un proprio DNA mitocondriale; la funzione principale del mitocondrio è quella di produrre energia - N.d.T.].
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Gli scienziati hanno sempre pensato che i mitocondri venissero danneggiati dal cancro e quindi hanno pensato di concentrarsi sulla glicolisi che è meno efficace e più dispensiosa. I produttori di farmaci si sono concentrati solo su questo metodo della glicolisi per combattere il cancro. Questo DCA invece non si basa sulla glicolisi ma sui mitocondri, “innesca” i mitocondri che combattono le cellule tumorali.
L'effetto collaterale di questo è che viene anche riattivato un processo chiamato apoptosi. Vedete, i mitocondri contengono un fin troppo importante “pulsante di autodistruzione” che viene a mancare nelle cellule tumorali. Senza di esso, i tumori diventano più grandi e le cellule rifiutano di estinguersi.
Clicca per ingrandire I mitocondri pienamente funzionanti, grazie al DCA invece possono finalmente morire. Le aziende farmaceutiche non investono in questa ricerca perché il metodo DCA non può essere brevettato, senza un brevetto non possono fare soldi, come stanno facendo ora con le cure contro l'AIDS.
Dal momento che le case farmaceutiche non se ne interesseranno, altri laboratori indipendenti dovrebbero iniziare a produrre questo farmaco e fare ulteriori ricerche per confermare le conclusioni di cui sopra e produrre i farmaci.
La ricerca originale (vedi gli screenshot nel presente articolo) è disponibile sul dello stato di Alberta (Canada).
Traduzione dell'immagine:
Le cellule normali (blu) nel bel mezzo della crescita benigna sono affamate di ossigeno, ma possono sopravvivere con la glicolisi, un modo diverso di fare energia. Nel processo i mitocondri, che contengono il meccanismo di autodistruzione cellulare, si spengono. Questo rende le cellule “immortali” e cancerogene (rosso), così esse continuano a replicarsi e il tumore cresce.
La Glicolisi genera anche l'acido lattico che permette al cancro di mangiare cellule attraverso il tessuto, e formare tumori secondari in altre parti del corpo. Un farmaco chiamato dicloroacetato rimette in funzione i mitocondri nelle cellule tumorali (blu) in modo che esse fermino la glicolisi e inizino a produrre energia di nuovo dai mitocondri. Il meccanismo di autodistruzione è quindi attivato, e le cellule avvizziscono e muoiono (marrone).
Fonte originale: hubpages.com / Traduzione a cura di: Marica Esposito / Fonte: scienzamarcia.blogspot.com

lunedì 29 agosto 2011

AGIAMO PER UN MONDO MIGLIORE

Se volete un posto migliore in cui abitare,se siete stufi dei "furbetti del quartierino", se avete il senso civico e senso di giustizia allora quest'articolo vi sarà utile, i cambiamenti si fanno dal basso dobbiamo sempre ricordarcelo


117, IL NUMERO ANTIEVASIONE  C'è e funziona bene. Da Nord a Sud gli operatori della Guardia di Finanza rispondono e raccolgono le denunce dei cittadini. Chi lo conosce sa che è uno strumento valido, utile a contrastare l'evasione ma che va incentivato. Eppure il Governo fa di tutto per nasconderlo

Basta debolezze sull'evasione fiscale, ha tuonato il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, al meeting di Comunione a liberazione di Rimini. Com'era ovvio, la classe politica si è spellata le mani di fronte all'indignato grido di dolore presidenziale. Nessuno, però, si è ricordato che una discreta arma contundente per dare qualche bacchettata agli evasori e agli elusori delle tasse e puntare comunque su un significativo effetto deterrente, l'Italia ce l'ha già, da ben quindici anni e, colpevolmente, la utilizza col silenziatore.

E' il 117, il numero utile istituito dalla Guardia di finanza per permettere ai cittadini di segnalare - anche in forma anonima - comportamenti scorretti in tutti i campi di competenza delle Fiamme gialle, dall'evasione fiscale alla contraffazione.

Lanciato all'epoca del governo di Romano Prodi ma su iniziativa della Gdf e tratteggiato quando a Palazzo Chigi c'era Silvio Berlusconi, fu sottoposto a durissime critiche da parte dello schieramento di centrodestra ma non faceva impazzire neppure il centrosinistra. Uno dei suoi fustigatori più accesi fu l'allora presidente dell'Autorità garante della Privacy, Stefano Rodotà. I primi passi del 117 si rivelarono trionfali: nel dicembre del 1996, in soli dieci giorni, arrivarono 12 mila chiamate. Nel gennaio del 1997, un'indagine dell'Eurispes rivelò, a sorpresa, che nell'area considerata la più insofferente nei confronti del fisco, il Nord-est, quasi il 20 per cento degli abitanti riteneva il 117 "utile come il 112 e il 113" (i numeri di pronto intervento di Carabinieri e Polizia di Stato) contro una media nazionale del 16,1 per cento.

Dopo il boom iniziale, con i giornali pronti a raccontare aneddoti di marachelle smascherate e i detrattori di ogni colore impegnati a denigrare "il numero dei delatori", lo strumento ha perso pian piano la sua spinta propulsiva. "E' il classico esempio di grandissima potenzialità non sfruttata fino in fondo: ora, tuttavia, la crisi economica e l'assoluta necessità di combattere evasione ed elusione dovrebbero spingere la politica a rilanciarlo", sostiene Giorgio Benvenuto, che è stato a capo della commissione Finanze del Senato ed è presidente della Fondazione Bruno Buozzi. Aggiunge l'ex segretario della Uil, che quando il 117 fu varato lo sostenne a spada tratta dai molti attacchi provenienti dal suo stesso schieramento politico: "Purtroppo, mi pare che invece la volontà non ci sia, come dimostra lo spot in onda in questi giorni sui canali televisivi e radiofonici della Rai, a cura dell'Agenzia delle entrate e del Dipartimento per l'informazione e l'editoria della presidenza del Consiglio, in cui si afferma che l'evasore è un parassita ma non si indica il numero utile attraverso il quale la gente può informare la pubblica amministrazione in tempo reale".

Anche Pietro Giordano, segretario dell'associazione dei consumatori Adiconsum, punta il dito contro la politica: "Io ci parlo spesso, con gli ufficiali della Gdf, e so che sarebbero prontissimi a scatenare l'inferno: il problema, mi fanno capire, è che non arriva mai l'indicazione di perseguire duramente i comportamenti scorretti, così il 117 ha rischiato di diventare quasi un binario morto". E infatti, le telefonate hanno vivacchiato per anni intorno a quota 23/24 mila. E' bastata una campagna di annunci radiofonici, nel 2006, all'epoca del secondo governo Prodi, per ridare un po' di fiato al 117, risalito sopra quota 25 mila nel 2007. Poi è di nuovo caduto nell'oblìo, almeno in termini di promozione pubblica e politica.

Mentre uno dei suoi atout è proprio il fatto che i "cattivi" sappiano della sua esistenza e la temano, dando nel contempo ai cittadini "buoni" il segnale della volontà di combattere l'evasione, proprio come chiede a gran voce il presidente Napolitano. Se fosse usato a manetta dai clienti di ristoranti e bar, studi dentistici e artigiani, quando la controparte non sgancia ricevute e fatture, sarebbe un efficace deterrente contro categorie che temono poco la "tracciabilità" del denaro. "E' un ottimo strumento ma dall'impatto ridotto perché le segnalazioni anonime non possono fare partire l'indagine", commenta Maurangelo Rana, esperto di diritto tributario dello studio Martinez-Novebaci di Milano, nonché ex funzionario dell'Agenzia delle entrate in Lombardia. Tuttavia, anche le segnalazioni prive di denuncia formale che l'operatore del 117 ritiene meritevoli di attenzione finiscono nel database informatico dei comandi provinciali dove si raccolgono tutti i dati sui contribuenti. "Tutto fa massa critica", sostengono alla Gdf. Così, se durante un controllo stradale un tizio viene trovato su un auto di lusso intestata a una Srl (o in porto è trovato su uno yacht di proprietà di una società) e nel database risultano già segnalazioni anonime a suo carico (magari per non aver emesso uno scontrino, se è un dettagliante), l'accertamento parte subito e con un pacchetto di informazioni più robusto.

 FONTE:http://inchieste.repubblica.it/it/espresso/2011/08/26/news/117_il_numero_antievasione-20899454/

martedì 2 agosto 2011

VACCINA AZIONE IN MALAWI SI FA' CON LE ARMI


 


Lontano da occhi indiscreti,lontano dal mondo "modernizzato" si continua a mietere vittime e sopprusi,sulla popolazione più indifesa tra gli indifesi.Non bastano carestie,violenze e  sfruttamento ora anche la "sanità"viene imposta con metodi infami e violenti.
Circa 131 bambini sono stati vaccinati a forza, sotto la minaccia delle armi, nel distretto di Nsanje nel Malawi dopo essere rientrati dalla loro fuga in Mozambico che, tra l'altro, è uno dei paesi africani, insieme a Kenya e Tanzania interessati da barbare sperimentazioni di nuovi vaccini sui bambini.
I genitori di questi bambini hanno cercato di nasconderli ai funzionari incaricati alle vaccinazioni.
Secondo il Dr. Medison Matchaya, Ufficiale del Distretto Sanitario di Nsanje, i medici hanno somministrato il vaccino contro il morbillo sotto scorta della Polizia.
Siamo stati avvisati che alcuni bambini che si erano nascosti in Mozambico sono tornati nel paese e abbiamo chiesto alla Polizia di scortare i funzionari della Sanità al fine di vaccinarli, e siamo riusciti a vaccinare circa 131 bambini ha affermato Matchaya in un'intervista apparsa sul Malawi Voice.
In un procedimento correlato, la Corte di Giustizia di 3° Grado del distretto di Michinji, ha condannato a due anni di reclusione e relativi lavori forzati un appartenente ad un gruppo religioso della zona che si era rifiutato di vaccinare i suoi tre figli contro il morbillo.
Questo padre si era barricato in casa dopo che un altro dei suoi figli era deceduto con ogni probabilità subito dopo aver ricevuto la vaccinazione contro il morbillo; inoltre il proprio credo gli imponeva di non accettare alcun farmaco nel rispetto dell'appartenenza al gruppo religioso.
Da tutta questa storia emerge che nel Malawi non vi è rispetto per il credo religioso, non vi è rispetto dei diritti umani né tantomeno di quelli dei genitori.
Tralasciamo i principi del consenso informato di cui al Codice di Norimberga. Tralasciamo il fatto che è diritto di un genitore, anzi no, è responsabilità dei genitori proteggere i loro figli e tenerli al sicuro. Ignoriamo anche il fatto che tutti i farmaci, compresi i vaccini, possono causare rischi agli individui, in particolare nei paesi privi di servizi igienici adeguati e/o accesso agli alimenti.
  • Cosa succederà a questi tre orfani, mentre il loro papà osserverà la sua pena?...
  • Vogliamo provare ad immedesimarci in questa situazione oppure proseguiamo a starcene richiusi nella bambagia come gli eremiti?...
  • I bambini abbandonati fanno parte dei danni collaterali?...
  • I bambini abbandonati ora fanno parte del progetto di immunizzazione?...
  • Saranno autorizzati a morire di fame per le strade del Malawi?...
  • È questa una nuova pratica medica accettabile per garantire la "protezione del gregge"?...
  • E cosa vogliamo dire della pratica vaccinale svolta sotto la minaccia delle armi?...
  • C'è davvero qualcuno che crede che non possa succedere nei cosiddetti paesi "evoluti/industrializzati"?
Leggete un pò il Programma di Controllo della Pandemia. Tutto ciò che serve in un paese "evoluto/industrializzato" per istituire una vaccinazione forzata, anche sotto la minaccia delle armi, è la dichiarazione di un'emergenza sanitaria a discrezione dell'Autorità Sanitaria Nazionale, simile alla "pandemia bufala" dell'influenza suina dichiarata dall'Organizzazione Mondiale della Sanità nel 2009, a tal punto da causare la sospensione di tutti i diritti personali e lasciare ai Governi l'autorità per forzare le vaccinazioni "nell'interesse della salute pubblica e della sicurezza", non importa poi che qualcuno [adulto, bambino, donna gravida che sia] ci rimette la propria vita, oppure riporta danni permanenti più o meno gravi.
Se voi credete veramente che non puù accadere in un qualunque stato o paese, basta fare una ricerca su Google per la preparazione alle "emergenze sanitarie". Controllate le regole/leggi già in vigore per la vostra posizione. Sarete voi a decidere se il vostro Governo ha oltrepassato i suoi limiti oppure no.
Se la tattica impiegata di recente in Malawi è autorizzata a tal punto da non sollevare proteste da parte dei "difensori" dei consumatori che si preoccupano sempre della nostra salute [recentemente, per esempio, Altroconsumo] e dei medici di tutto il mondo, forse potrebbe essere usata molto presto la stessa tattica nel nostro/vostro quartiere.
Fonte: autismovaccini.splinder.com

lunedì 4 luglio 2011

LA RETE DEVE ESSERE LIBERA

 
La notte della Rete contro il bavaglio imposto dall’Agcom: appuntamento il 5 luglio
A Roma l'iniziativa promossa per protestare contro la delibera dell'Autorità garante per le Comunicazioni che, in presenza di violazioni del copyright, prevede l'oscuramento dei siti italiani e stranieri. L'evento sarà trasmesso in streaming da ilfattoquotidiano.it
Il popolo della Rete italiano non ci sta più ad accettare supinamente decisioni che passano sopra la sua testa. Il 5 luglio, a Roma, alla Domus Talenti, andrà in scena la “Notte della Rete”, una no-stop che coinvolgerà giornalisti, esperti, netizen, associazioni, esponenti politici contro quello che è stato definito “il bavaglio alla Rete”.

L’iniziativa vede come media-patner ilfattoquotidiano.it che manderà l’evento in streaming dalle 17:30 – il segnale sarà rimandato anche da un network di televisioni locali. Tra i presenti, Peter Gomez, Oliviero Beha, Pippo Civati, Antonio Di Pietro, Dario Fo, Alessandro Gilioli, Beppe Giulietti, Guilia Innocenzi, Gianfranco Mascia, Roberto Natale, Piotta, Franca Rame, Guido Scorza, Mario Staderini, Benedetto della Vedova. A questi molti altri artisti ed esponenti del mondo del giornalismo, della politica e del mondo di Internet, si stanno aggiungendo nelle ultime ore.

La mobilitazione è cominciata negli scorsi mesi quando Agorà Digitale e altre associazioni hanno denunciato, con l’iniziativa “sito non raggiungibile” i rischi di una delibera Agcom per la libertà della Rete. Con la delibera, l’autorità, in presenza di violazioni al copyright, si arroga il diritto di rimuovere contenuti da siti italiani, o inibire l’accesso ai siti stranieri, in modo arbitrario e senza passare da un giudice. Il provvedimento, pensato per “contrastare la pirateria”, rischia di portare alla “censura” di contenuti (per esempio video) che, pur violando il diritto d’autore, risultano ugualmente di pubblico interesse.

Un nuovo potere che si auto-assegna l’Agcom che ha chiaramente una valenza politica. Alla luce del fatto che il Parlamento non si è mai preannunciato sull’argomento e che l’Autorità per le comunicazioni è solo un organo amministrativo. Dopo che la protesta è cresciuta on e off line – l’associazione Valigia Blu ha organizzato per lunedì un presidio davanti alla sede dell’autorità – anche vari esponenti politici hanno espresso le loro perplessità: per Paolo Gentiloni del Pd, “l’allarme sulle conclusioni del lavoro di Agcom sul diritto d’autore è giustificato” e i suoi colleghi Vincenzo Vita e Vidmer Mercatali hanno chiesto un’audizione urgente in Senato del presidente dell’Authority Corrado Calabrò. Per Antonio Di Pietro “La tutela del diritto d’autore non autorizza alcuna censura”. Una posizione condivisa anche dal presidente della Camera Gianfranco Fini: “La protezione del diritto d’autore è fondamentale per una società sempre più basata sulla conoscenza e sulla proprietà intellettuale, ma altrettanto lo è la tutela della piena libertà della Rete”.

Il gruppo di Hacker Anonymus, che si batte per libertà d’informazione, ha rivendicato negli scorsi giorno un attacco informatico al sito Agcom. Ma anche il portale “sito non raggiungibile” ha subito un attacco che ha causato numerosi problemi e, a detta dell’avvocato Fulvio Sarzana, si è rivelato un tentativo di raccogliere i dati di coloro che avevano sottoscritto una petizione contro la delibera (la petizione non era l’unica: una seconda raccolta di firme di Avaaz.org ha raccolto oltre 100mila adesioni).

Dopo le proteste e il montare della mobilitazione contro il bavaglio, l’Autorità ha fatto un piccolo passo indietro, facendo sapere che il sei luglio, giorno in cui è prevista la discussione della delibera, “non ci sarà nessuna approvazione definitiva” e che il provvedimento “sarà sottoposto ad una discussione pubblica”.

“Agcom risponde a tutto fuorchè agli interessi dei cittadini, ed è abituata a prendere le sue decisioni nell’ombra e sicuramente non si aspettava una mobilitazione così veloce sul web”, attacca Giulia Innocenzi, tra le promotrici della Notte della Rete e coordinatrice italiana di Avaaz.org. “Fonti interne – spiega – ci hanno detto che il sei luglio si pensava di votare la delibera: il fatto che ora si parli di “iniziare una discussione” è sicuramente una prima vittoria del movimento, ma dobbiamo comunque tenere alta la guardia perché potrebbero solo prendere tempo e votarla questa estate mentre gli italiani sono a mare. Noi chiediamo che la delibera va accantonata e basta”.

Secondo gli attivisti non è un caso che questo ultimo tentativo di mettere il bavaglio alla Rete arrivi dopo le amministrative e il referendum dove Internet ha dimostrato tutta la sua capacità di coinvolgere le persone su questioni che li riguardano direttamente e informare i cittadini ormai stufi del “minzo-giornalismo”. “Il potere ha paura di Internet – conclude Innocenzi – e in tutto il mondo stanno cercando di metterle un bavaglio come quello passato in Spagna o la proposta in discussione in Francia che è già stata apripista a riguardo. Sta ai cittadini difendere questo strumento cruciale per il futuro della democrazia. E, su questo, in Italia stiamo dimostrando tutta la nostra forza e la nostra caparbietà. Di sicuro, non ci fermeremo né ci fermeranno”.
FONTE:http://www.ilfattoquotidiano.it/

mercoledì 29 giugno 2011

BASTA..... ! PIANTIAMOLA !!!!!

Coltivare una piantina di marijuana in casa può essere lecito, trattandosi di "un reato che non procura danni alla salute pubblica". Lo ha stabilito la Cassazione. Secondo la suprema corte la coltivazione di una sola pianta di canapa indiana "non è idonea a porre in pericolo il bene della salute pubblica o della sicurezza pubblica". Di conseguenza è stato bocciato il ricorso della Procura di Catanzaro che chiedeva la condanna di un giovane per avere coltivato sul balcone di casa una piantina di cannabis.

Secondo la Corte, la "modestia dell'attività posta in essere emerge da circostanze oggettive di fatto", in questo caso la coltivazione di una piantina in un piccolo vaso sul terrazzo di casa con un principio attivo di mg 16, è un comportamento da ritenere "del tutto inoffensivo e non punibile anche in presenza di specifiche norme di segno contrario".

"La sentenza della Cassazione introduce un elemento di buon senso e un principio liberale: non c'è reato se non c'è vittima", è stato il commento di Mario Staderini, segretario di Radicali Italiani. "L'autocoltivazione - ha aggiunto Staderini - andrebbe promossa, perché garantisce al consumatore la qualità del prodotto, lo libera dal mercato criminale e riduce i profitti delle mafie. La legge Fini-Giovanardi deve essere superata innanzitutto perché è una legge stupida e criminogena, tanto che sono 28 mila le persone detenute per averla violata".

"In attesa che sia possibile al popolo italiano conoscere gli enormi costi sociali del proibizionismo e dibattere le sue alternative, chiediamo che venga calendarizzata la proposta di legge radicale, prima firmataria Rita Bernardini, per legalizzare l'autocoltivazione della marijuana" conclude.

Di segno completamente opposto il commento del ministro della Gioventù, Giorgia Meloni che definisce la sentenza "scandalosa": "Lo Stato si regge su leggi uguali per tutti, anche per chi è chiamato a farle rispettare", ha detto il ministro. "La motivazione della sentenza - ha aggiunto - ha poi qualcosa di agghiacciante, quando prevede che il fatto 'è non punibile anche in presenza di specifiche norme di senso contrario', perché 'inoffensivo'. Questo - ha spiegato il ministro della Gioventù - rischia di stabilire un precedente gravissimo: ovvero che un reato non sia più tale, nonostante la legge, quando considerato 'inoffensivo'". "Se i magistrati vogliono farsi legislatori - ha concluso la Meloni - smettano la toga e si facciano eleggere in parlamento".


FONTE: http://roma.repubblica.it/cronaca/2011/06/28/news/il_caso-18366277/

martedì 28 giugno 2011

ASSANGE MARIONETTA MARCHIATA CIA








Daniel Estulin ex agente del controspionaggio ci apre  gli occhi su Wikileaks "organizzazione" che di segreto ha rivelato poco o nulla.Viene chiaramente svelato Wikileaks e solo uno strumento per porre dei limiti di liberta in rete


Buona lettura 




    L’autore di ‘Il Club Bilderberg‘ , Daniel Estulin, nel suo ultimo libro scredita l’organizzazione di Julian Assange
L’ex agente del KGB Daniel Estulin parcheggia il Club Bilderberg e il suo governo mondiale all’ombra per concentrarsi su un nuovo libro sull’organizzazione Wikileaks. Secondo quanto afferma Estulin in Desmontando a Wikileaks (Planeta), l’organizzazione non è una creazione di Julian Assange, ma della CIA. Niente di meno.
- Lei non si fida di nulla?
– Vengo dal mondo dello spionaggio e, in effetti, non mi fido di nulla in questo mondo. Per un semplice motivo: io so che tutto è una bugia. Guarda, io sono stato un agente per tre anni e mezzo in Africa. Il nostro lavoro consisteva nel pulire i villaggi dalle bande che trafficavano con diamanti di sangue. Un giorno, nel 1995 eravano in mezzo al nulla, in un bar di merda che aveva la TV satellitare. C’erano uomini della CIA e di Hezbollah a cena insieme, e Bill Clinton è apparso in televisione, l’allora Presidente degli Stati Uniti, e disse: “Perseguiremo i terroristi fino alla fine del mondo” E tutti a ridere. E ho pensato: questa è l’essenza di questo mondo assolutamente caotico.
- Niente è come sembra.
– La gente nella sua casa non crede che ci sono alcune cose perchè non sono sulle copertine dei giornali, ma dovrebbero esserci. E non ci sono, perché i media fanno parte dell’élite globale. Il tipo che scrive per il New York Times ha un padrone, il quale ha un altro padrone che lo paga, e sopra di questo c’è un consiglio di amministrazione. E questo consiglio lavora per l’assemblea degli azionisti. E nell’assemblea degli azionisti del New York Times ci sono industrie di armi, grandi banche come la Chase Manhattan, JP Morgan, e grandi aziende farmaceutiche.
Come pubblicherà il New York Times in prima pagina che il governo degli Stati Uniti è in Afghanistan per assicurarsi che la droga raggiunga Washington? Nessuno osa pubblicare che la droga è il lubrificante dell’economia globale.  Vediamo, siamo d’accordo che la NATO occupa il 97% dell’Afghanistan, giusto?  E risulta che quest’anno il paese ha avuto la più grande raccolta della sua storia di droga.
Com’è possibile che nessuno metta in relazione questo? Noi che andiamo d’accordo con il nostro cervello, ci rendiamo conto che questa non è una coincidenza.
- Lasciamo verificare il suo grado d’incredulità. Non crede che Bin Laden è stato catturato e gettato in mare?
- Per favore! Tutto il mondo di un certo livello sa che non è stato così. Lo ha ucciso un cancro. Chi è stato ucciso qualche mese fa? Non né ho idea. Nel 2001 è stata l’ultima volta che Bin Laden è stato effettivamente visto e sentito. 
- Di chi si fida lei?
– Nemmeno di me stesso. E dico sul serio. Quando ero nel servizio segreto di controspionaggio appresi che partendo da un processo di ipnosi possono configurarti molti labirinti nella testa e arriva un momento in cui non sai se quello che stai dicendo è vero o è menzogna.
- E non c’è dubbio che Assange lavora per la CIA.
– Occhio, Assange non lavora per la CIA consapevolmente. La bellezza di questa operazione è che lui non sa che lavora effettivamente per loro.
- Si spieghi. Cosa crede che sia Wikileaks?
– La CIA ha creato Wikileaks con il principale obiettivo di chiudere l’accesso libero a Internet. Infatti, il Governo americano ha redatto dal 2009 un Patriot Act Cybernetico. Ha solo bisogno di una ragione per schiacciare il pulsante off.
 
- Su cosa si basa?
– Wikileaks non aveva come obiettivo rivelare informazioni riservate. Perché in realtà, di valore, non ha rivelato nulla.
- Nemmeno il video in cui si vedono soldati americani uccidere civili in Iraq da un elicottero?
– Questo sì. Ma guarda. Come ha debuttato Wikileaks? Con questo video, scandalizzando la società. Perciò ha portato questo alla luce. Ora, nessun documento dei mille che ha divulgato ha classificazione top segret. Cosa c’è di valore in Afghanistan? La droga. Bene, delle 200.000 pagine di informazioni che sono venute fuori di questo paese c’è solo una che parla della droga. Come diavolo dev’essere inteso questo? Inoltre, Wikileaks serve ad un altro scopo.
- Quale?
- Legare i servizi segreti di tutto il mondo. Se filtrano 40.000 documenti falsi, perché ci sono molti falsi tra di loro certamente tutti devono dedicarsi a scoprire cosa è originale e cosa no.
 
- Assange è un fantoccio della CIA?
– Lo conosco da anni. Il suo patrigno l’ha introdotto da bambino in un club di culto che gestiva un’australiana di nome Anne Hamilton-Byrne. L’informazione su questo culto è chiusa e vietata dal Governo australiano, perché è una copertura della CIA. Non vogliono che nessuno inizi ad indagare sui programmi di controllo mentale attraverso un trauma indotto ai bambini. Assange e altri bambini come lui, usando l’LSD, sono stati messi in stanze buie, creando disturbi della personalità multipla. Notate lo sguardo di questo ragazzo, vuoto, inespressivo … Non esagero. Quelli di noi nel mondo dello spionaggio sanno di cosa si parla.
- E che cosa dice del soldato Bradley Manning, imprigionato negli Stati Uniti?
- Ho l’impressione che questo tizio è riuscito ad entrare in una banca ultra protetta di Fort Knoxx con la chiave della sua casa. E questo è impossibile.  Sto dicendo che cospirava con la CIA? No. Manning si credeva una lince, quando in realtà qualcuno gli ha lasciato la porta aperta, controllando ciò che gli lasciava prendere.
 
- E perché Assange è in carcere?
– Ottima domanda. Per cosa credi?
 
- Preferisco essere sorpreso.
– Gli unici documenti di valore sono quattro o cinque pagine impressionati che fondamentalmente dimostrano che il governo della Svezia e il re del paese hanno permesso, per anni, che il governo americano spiasse i cittadini svedesi attraverso tecnologie della società Ericsson. Se questo viene alla luce, è uno scandalo e cade il governo e la monarchia svedese. Per questo vogliono mettere a tacere Assange accusandolo dello stupro di due ragazze che hanno connessioni con la CIA e con la resistenza cubana.
- Che ne sarà di lui?
– Lo tengono per un pò di tempo chiuso, ci sarà una processo e lo lasceranno libero, perché non ha fatto niente di male. E per quanto riguarda il concetto di Wikileaks è già morto. E’ un cadavere galleggiante nel mare cibernetico.
- Non è che lavora per la CIA e la sua missione è sporcare con questo libro l’immagine di Wikileaks?
- Sì, e ogni giorno qualcuno scrive un libro intitolato Desmontando a Daniel Estulin. Posso dimostrare che lavoro, intendo lavoravo per un’agenzia di controspionaggio. Pardon, non è un lapsus freudiano. E’ anche vero che un ex agente non è mai libero del tutto, come l’ex alcolista, e può ricaderci. Ma ora sono fuori e non racconto cose segrete.
- Saprà che molti lo considerano un abile inventore di teorie della cospirazione.
– Hahaha. Ciò che racconto è molto semplice da capire. Ma alcune persone hanno un cattivo rapporto con il proprio cervello.

Fonte: http://www.danielestulin.com/2011/06/22/la-cia-monto-wikileaks-para-cerrar-el-acceso-libre-a-internet-entrevista-el-periodico/

COMETA ELENIN ,TUTTO QUELLO CHE SI CONOSCE....




 
 
Era 10 dicembre 2010 quando Leonid Elenin, astrologo amatoriale , scopri un corpo in avvicinamento alla Terra.LA COMETA ELENIN,così venne chiamato dopo la sensazionale scoperta.
Dopo un periodo per accrediatre la scoperta il Primo Ministro Medved ha deciso di  mettere in stato di allerta le Forze Armate in quanto la sua piu grande paura non è il possibile impatto con il nostro paineta ma teme l'allineamento tra questa cometa (che sembrerebbe di grande dimensione ) e la Terra.Cosa che è gia avvenuta il I 15 marzo 2011(si ricordi il terremoto in Giappone) , teme inoltre il  passaggio vicino alla Terra di Elenin del 17 Ottobre di quest’anno.Il materiale di cui si  si sta parlando, è stato dato dall’agenzia all’esperto in materia, Dr. Cristian Negureanu, e il fatto che i russi hanno deciso di aumentare il numero di ricoveri nelle basi sotterranee nucleari, di altri 5.000 posti e con un piano di emergenza che è stato presentato al Pirmo Ministro russo.
Ciò che è sensazionale è che Google nasconde i dati delle mappe stellari, nelle immediate vicinanze della cometa, come già confermato da Agentia.org nella pubblicazione di materiale inerente appunto i dati della cometa Elenin.
Le ultime notizie provenienti dalla NASA, indicano un livello di allarme elevato e sembrerebbe che la FEMA, abbia iniziato ad installare telecamere di sorveglianza in tutti gli Stati Uniti, in modo tale da poter catturare la caduta di meteoriti. L'azione si chiama "What's Hitting Earth?" (Cose che colpiscono la Terra). Coincidenza? 


Ma entriamo nel cuore della questione: nel seguito riporto tradotto l’articolo del Dr. Mark Sircus, pubblicato  sull’Activist Post   
Cristina Bassi
“ Tornando indietro al gennaio scorso, quando stavo indagando sulla città sotterranea che si dice che sia costruita sotto il nuovo aeroporto di Denver  e di cui ha parlato l’ex governatore Jesse Ventura, ho messo insieme i pezzi e sono arrivato alla conclusione che in serbo per noi, per il 2012 c’è un evento planetario.


(…) la notte scorsa, osservando il modello matematico della NASA (vedi sopra ndt) relative alla cometa Elenin ho scoperto che un grande corpo celeste  è già penetrato nel sistema solare  e sta viaggiando verso un possibile drammatico incontro con la Terra nell’autunno 2011. Quel che NON sappiamo è la massa e la misura della cometa Elenin, sebbene non abbia dubbi che le autorità invece ne siano a conoscenza.
Elenin è attualmente monitorata mentre passa attraverso la cintura degli asteroidi dentro il sistema solare. Mi dispiace molto dover essere il portatore di notizie cosi gravi e spaventevoli , ma la fonte, la NASA, è impeccabile.  Abbiamo una massa in entrata (che potrebbe eventualmente essere una stella di neutroni) che ha fatto ingresso e che farà un notevole giro intorno al sole, come ogni altra cometa del resto, incrociando ed entrando tra Mercurio e Venere prima di cominciare ad uscire (dal nostro sistema ndt)  
 Nella sua traiettoria di uscita incrocerà l’arco della nostra orbita, ossia passerà molto vicino alla Terra e la terra le passerà dietro, fendendo la sua coda.
Il preoblema è che ogni volta che questo corpo celeste si allinea alla Terra e al Sole, abbiamo un enorme terremoto. Gli ultimi tre allineamenti hanno prodotto il terremoto giapponese, 9,0 Richter, quello in Nuova Zelanda e prima ancora quello in Cile. E l’11 marzo Elenin era molto lontana (rispetto a come sarà questo autunno ndt). Quando avverrà il nuovo allineamento, sarà molto, drammaticamente, vicino.
Il punto principale da capire è che se Elenin fosse solo una cometa normale non avrebbe la massa per generare una spinta gravitazionale tale da influenzare colpire la Terra, quando è in allineamento.QUI IL VIDEO http://www.youtube.com/watch?v=0Bv1rQxgMbA&feature=player_embedded
David Morrison, astrobiologo di lunga data della NASA, in un comunicato ufficiale del 1 ° marzo ha detto che Elenin non è una minaccia. Dieci giorni dopo Elenin è entrata in allineamento con la terra e il sole. . . e il Giappone è stato quasi distrutto. Morrison ha confermato che il perielio di Elenin (cioè quando è più vicina al Solesarà nei primi di settembre del 2011 ad una distanza dal sole di 65 -70 milioni di chilometri. Ha detto anche che il giorno nel quale sarà più vicina alla Terra sarà intorno al 16 ottobre, ad una distanza di circa 34 milioni di km; crede tuttavia che non ci sia motivo di pensare che Elenin sia diversa da una normale cometa.
Mi chiedo se abbia cambiato idea dopo l’11 marzo. Morrison rifiuta tutto ciò che può essere allarmistico, considerandolo pura fantasia. La faccenda comunque sta nel fatto che l’allineamento accadde, come si può chiaramente vedere dalla simulazione della NASA.
Ora, dobbiamo vivere con radiazioni in   aumento e che si diffondono  per tutto l’emisfero nord. Sappiamo quanto facile sia per le persone che rivestono cariche di autorità, insabbiare le informazioni e mentire rimanendo seri.
Il governo giapponese ha ammesso di aver tenuto  nascoste circa 5000 misurazioni delle radiazioni, nonché valutazioni dopo l’evento nucleare che ha colpito la centrale nucleare di Fukushima Daiichi in marzo. Ha agito così per non indurre il panico nella popolazione, cosi riferisce alla ITAR- TASS un rappresentante del personale che si occupa dell’emergenza nucleare.
Dobbiamo riconoscere e accettare che c’è un pericolo e una possibilità che parte della nostra civiltà e persone in essa che andranno perse. NON è tempo di negare né di trattenere le lacrime. Spero in Dio di sbagliarmi, ma l’evidenza non può essere banalmente trascurata, anche se naturalmente accadrà. Una foto vale più di mille parole e la NASA ci ha dato la prova visibile che Elenin sta giocando un ruolo importante negli eventi qui sul nostro pianeta, anche da lunga distanza.
Non è il tempo di avere paura piuttosto per amare e cooperare in un contesto di preparazione a tutti i livelli, per ciò che verrà
 Questo video:  http://www.youtube.com/watch?v=TvPZep14Cn4&feature=player_embedded mostra quello che la Nasa conosce da decenni.
L’intero sistema solare sembra stia riscaldandosi, il sole è diventato attivo e gli eventi che mutano la Terra stanno diventando sempre più frequenti ed intensi con cambiamenti climatici che si abbattono su tutto il globo e che sono oltre i peggiori scenari immaginabili. Abbiamo un aumento di geoattività: i vulcani, i terremoti, gli tsunami, isole che si inabissano, la migrazione del polo magnetico, le morti di massa degli animali, enormi vortici inspiegabili nell’Atlantico etc etc: cosa da far girare la testa a chiunque.
Abbiamo avuto una dritta su qualcosa di insolito che sta accadendo, quando in Groenlandia il sole è sorto con 2 giorni di anticipo: un segnale forte che qualcosa non fosse a posto nell’orbita terreste.
Il 25 gennaio dissi: “ c’è molta informazione (eccetto che sulla stampa mainstream, “ufficiale”) su ciò che riguarda il 2012 e la fine del calendario Maya http://www.thelivingspirits.net/php/articolo.php?lingua=ita&id_articolo=406&id_categoria=12&id_sottocategoria=20, su cui molto hanno ossessioni… ma c’è abbastanza di che preoccuparsi e su cui agire per il 2011.
La scorsa settimana sono quasi cascato  dalla sedia  nel sentire che il Sole in Groenlandia è arrivato con due giorni di anticipo. Non è un piccolo evento… ma niente che sia apparso sugli organi ufficiali di stampa, oppure solo le stupide teorie del Global Warming (come ha detto per esempio l’Huffington Post ndt ) imputate come causa”. 
Il 3 agosto 2011 segna il momento in cui la Terra passa attraverso il perigeo della nana bruna, mentre quest’ultima attraversa l’orbita terrestre. Dopo circa due settimane, il 18 agosto la nana bruna attraversa l’orbita di Venere a circa 103 milioni di km dal sole. Dovranno passare poi 24 giorni, perchè la nana bruna raggiunga il punto più vicino al sole, a 44,73 milioni di miglia. Il 25 Settembre 2011 segna il momento in cui la Terra passerà attraverso la seconda congiunzione con il solela nana bruna, Mercurio, Saturno e Urano in linea per un altro allineamento gravitazionale.
Il 2 ottobre è il giorno in cui la nana bruna attraverserà nuovamente l’orbita di Venere per iniziare il suo viaggio in direzione della Terra. Passeranno altre 2 settimane e la nana bruna attraverserà la linea dell’orbita terrestre per passare direttamente davanti al nostro pianeta ad appena 35 milioni di km di distanza, che sarà il punto più vicino del nostro incontro
 La nana bruna attraverserà l’orbita di Marte il 14 novembre 2011 ,  verso la 3a congiunzione il 22 novembre dove la Terra ancora una volta, passerà nuovamente tra i due come il 15 marzo.

CONCLUSIONE:
L’avvicinarsi di una stella nana bruna risponde a molte domande su cosa sta accadendo intorno a noi, a cui altri non possono nemmeno cominciare  rispondere. Nessuno sa veramente cosa succederà nell’autunno di questo anno, quando questo corpo celeste sarà tra noi e il sole per poi rimbalzare e dirigersi verso il vicinato della Terra. Qualcuno ha ipotizzato che potrebbe andare a colpire la nostra Luna e distruggerla. Potrebbe colpire anche noi sulla Terra, se la sua traiettoria  dovesse modificarsi colpendo un asteroide nei prossimi giorni. Sarebbe possibile se fosse veramente una cometa , ma se fosse una stella a neutroni con larga massa, nulla la farebbe deviare dalla sua traiettoria preordinata
Se siamo fortunati, non succederà nulla ma l’umanità non sta attraversando un periodo fortunatissimo in questi ultimi tempi.
Quello che potrebbe accadere è quello che la maggior parte delle antiche culture e delle religioni ci ricordano: enormi diluvi che devastarono il mondo. L’unico modo per cui il mondo potrebbe avere un’ alluvione globale è che ci sia un evento come un impatto con un asteroide, uno spostamento dei poli  o un oggetto molto denso che passa vicino alla terra e che causa un’enorme onda tsunami.
La spinta gravitazionale acchiapperebbe l’acqua e la riverserebbe sulla terraferma, molto similmente a come accade con la luna oggi, su scala minore, con le maree.
Zone sicure:
1. Spostarsi a + di 250 km dalle coste.2. Spostarsi a 180 -200 metri sul livello del mare.3. Allontanarsi dai vulcani e dai super vulcani come quelli di Yellowstone nel nord-ovest USA.4. Allontanarsi dalle zone di terremoto / sismiche / soggette a valanghe / zone di faglia, come quella di New Madrid negli Stati Uniti centrali.5. Allontanarsi dalle dighe, si romperanno6. Allontanarsi dalle centrali nucleari , che potranno essere coinvolte7. Allontanarsi dall’alta quota, dove i livelli di radiazione saranno più alti.8. Allontanarsi dalle aree a grande densità demografica, dove le rivolte per il cibo degenereranno nel caos e nel disordine.9. Unisciti ai gruppi di sopravvivenza , con persone affini che hanno rifornimenti di sopravvivenza e armi per proteggersi.
Non mancano leggende sulle alluvioni.

La più antica leggenda esistente è contenuta nella frammentaria Genesi Eridu dei Sumeri, databile al 17 ° secolo aC. Nel poema epico babilonese di Gilgamesh ci sono riferimenti alla Grande Alluvione (tavola 11).
 La versione più nota della leggenda ebraica del diluvio è contenuta nel Libro della Genesi (Genesi 6-9): Dio sceglie Noè, un uomo che “ha trovato favore agli occhi del Signore” e gli ordina di costruire un’arca per salvare Noè, la sua famiglia, e gli animali della terra e gli uccelli. Dopo che Noè ebbe costruito l’arca, “Tutte le fontane dei grandi abissi si aprirono, e cosi le cateratte del cielo”.
Ci sono molte fonti di leggende antiche sulle alluvioni nella letteratura cinese. -  Il Shujing, o “Libro della Storia”, scritto probabilmente intorno al 500 aC o prima, afferma nei capitoli di apertura che l’imperatore Yao deve affrontare il problema delle alluvioni  “che raggiungono il cielo” .
Secondo gli Aborigeni australiani, l’acqua ha coperto la Terra. Solo le vette delle montagne più alte erano visibili, come isole nel mare.   
By Dr. Mark Sircus
traduzione: Cristina Bassi
fonte: 
http://www.activistpost.com/2011/05/bad-news-from-nasa-proof-that-comet.html
 
 
SE SIETE INTERESSATI POTETE MONITORARE I FENOMENI SOPRA INDICATI SUL SITO

mercoledì 15 giugno 2011

USA DICHIARA GUERRA AL MONDO PER LA SUPREMAZIA MONETARIA

In questi articoli viene chiaramente spiegato perchè sono in atto guerre in medioriente quali sono le possibili ragioni al di là del petrolio,al di la dei vari piani nucleari che siano essi civili o militari. Qui si parla di imporre al mondo una cosa che nessuno vuole piu e chi ce l' ha se ne vuole sbarazzare:
IL DOLLARO
L'analisi di William R. Clark autorevole ricercatore americano esperto di petrolio

Sabina Moranti – tratto da “Liberazione”
Peccato che quasi tutti i giornalisti di questo paese si siano messi a lanciare strali invece di verificare notizie e informazioni, rendendo molto più facile il lavoro di quegli specialisti della guerra psicologica che, con classico stile anni Cinquanta, confezionano la "storia ufficiale". Sarebbe bastata un'occhiata alle notizie economiche del momento per dipanare il mistero dello scandalo suscitato dagli slogan del presidente iraniano, sostanzialmente gli stessi da venticinque anni, fatta eccezione per la breve pausa del riformista Khatami. Un mistero che non riguarda i contenuti della propaganda di Ahmadinejad, che utilizza la retorica anti-sionista come unico collante per una società sempre più inquieta, ma le reazioni scandalizzate dell'Occidente. Se i falchi di Teheran inneggiano ancora una volta alla distruzione del piccolo e del grande Satana, scrivevano i giornalisti arabi la scorsa settimana, perché stavolta gli occidentali strepitano? Alcuni commentatori accusavano Ahmadinejad di ingenuità politica ma quasi nessuno mostrava stupore per la ben nota abitudine dei regimi islamici di strumentalizzare la tragedia palestinese quando registrano una crisi di consenso.
Detto questo, quindi, manca qualcosa. Per trovare la notizia, il tassello che potrebbe rendere comprensibile un confuso puzzle di propagande contrapposte, bisogna risalire a qualche mese fa, quando un autorevole ricercatore esperto di petrolio - quel William R. Clark autore di Revisited - The Real Reason for the Upcoming War with Iraq: a Macroeconomic and Geostrategic Analysis of the Unspoken Truth (Le vere ragioni della prossima guerra contro l'Iraq: un'analisi macroeconomica e geostrategica della verità non detta) - puntava l'indice sul prossimo obiettivo. Attenzione, scriveva Clark il 5 agosto scorso, le tensioni geopolitiche fra Stati Uniti e Iran «vanno ben oltre le preoccupazioni per il programma nucleare iraniano, come pubblicamente affermato, ma riguardano molto più plausibilmente il tentativo di Teheran di proporre un sistema di scambio del petrolio basato sul petro-euro». Esattamente come per il conflitto con l'Iraq, scrive Clark, «le operazioni militari contro l'Iran sono strettamente collegate con la macroeconomia e con la sfida alla supremazia del dollaro costituita dall'euro come moneta alternativa per le transazioni petrolifere, una sfida non pubblicizzata ma molto, molto seria». Secondo Clark e numerosi analisti, infatti, più dell'accesso ai pozzi garantito dall'occupazione militare è stata proprio la salvaguardia della supremazia del dollaro all'origine dell'invasione dell'Iraq. Saddam insomma avrebbe firmato la sua condanna a morte non per le sue inesistenti armi di distruzione di massa né tanto meno per i massacri dei civili, quanto per avere deciso di farsi pagare in euro le esportazioni di petrolio. Secondo alcuni insider della Casa Bianca l'operazione Iraq freedom, oltre a stabilire una presenza militare e un governo filo-americano, aveva specificamente l'obiettivo di riconvertire in dollari gli scambi petroliferi iracheni e far passare ai paesi Opec ogni fantasia di transizione all'euro - ovviamente più conveniente in quanto meno svalutato del biglietto verde.
Nel caso dell'Iran, sostiene Clark, la minaccia sarebbe molto più concreta visto che Teheran ha annunciato, per il marzo prossimo, l'apertura di una vera e propria borsa petrolifera alternativa alle uniche due ufficialmente riconosciute, il Nymex di New York e l'Internatonal Petroleum Exchange di Londra, una borsa appunto basata su di un sistema di scambi interamente basato sull'euro e tacitamente appoggiata da altri paesi produttori. Perché sia così grave lo spiega a chiare lettere lo stesso Clark: «Se la borsa iraniana prendesse piede, l'euro potrebbe irrompere definitivamente negli scambi petroliferi. Considerando il livello del debito statunitense e il progetto di dominio globale portato avanti dai neocon, la mossa di Teheran costituisce una minaccia molto seria alla supremazia del dollaro nel mercato petrolifero internazionale».
Dal punto di vista esclusivamente economico e monetario, l'avvio di un sistema in petroeuro è uno sviluppo logico visto che l'Unione europea importa più petrolio dai paesi Opec di quanto non facciano gli Stati Uniti e, di fatto, gli europei pagano il petrolio iraniano in euro già dal 2003. Ma una vera e propria competizione fra le due monete, in una borsa indipendente dai desiderata di Washington ma lasciata in balia della proverbiale mano invisibile, è l'incubo della Federal Reserve perché, come scrive Clark «gli Stati Uniti non potrebbero più continuare a espandere facilmente il credito attraverso i buoni del tesoro e il valore del dollaro crollerebbe». La borsa iraniana sarebbe insomma una tappa fondamentale verso il passaggio dell'Opec dai petrodollari ai petroeuro, passaggio facilitato anche dal comportamento delle banche centrali di due giganti, Russia e Cina, che dal 2003 hanno cominciato ad accumulare la divisa europea.
Non la solita vecchia propaganda anti-sionista, quindi, né tanto meno un programma nucleare che forse, fra una decina d'anni, potrebbe condurre l'Iran alla bomba atomica - ma allora perché non nuclearizzare subito la Corea del Nord? Sono i petroeuro a spaventare gli americani. Ecco perché, dall'autunno del 2004 fino all'estate del 2005, i generali del Pentagono sono stati chiamati a sfornare ogni sorta di simulazioni d'attacco all'Iran; ed ecco perché si sono nel frattempo moltiplicati gli strali contro un regime che non è più antisemita o più brutale di quelli che governano il Pakistan o l'Arabia Saudita.
Il problema dei generali è che, forti dell'esperienza irachena, sono costretti a scartare a priori l'ipotesi soft - quella del cambio di regime - così come un'invasione su larga scala contro il ben più solido e numeroso esercito di Teheran. Ed ecco allora farsi strada svariate ipotesi, tutte abbastanza spaventose ma alcune decisamente agghiaccianti, come quella descritta dall'esperto di intelligence Philip Giraldi su The American Conservative, sotto l'illuminante titolo: "In caso di emergenza, nuclearizzate l'Iran".
Oltre a fornire notizie sulla ripresa dell'intensa attività di pianificazione da parte dei militari, Giraldi rivela che, in caso di un altro attacco terroristico sul suolo americano, l'ufficio del vice-presidente Dick Cheney vuole che il Pentagono sia pronto a lanciare un attacco nucleare contro Teheran, anche se il governo iraniano non risultasse coinvolto con l'attentato. Su istruzioni del vicepresidente il Pentagono ha quindi incaricato il Comando strategico statunitense (Stratcom) di stilare un piano che include appunto un attacco aereo su vasta scala contro obiettivi iraniani, sia con armi convenzionali che con le nucleari tattiche progettate per distruggere i bunker. La domanda è quindi una sola: l'operazione è già cominciata?
 
www.disinformazione.it






L’attuale crisi economica mondiale ha costretto una serie di governi a considerare l’introduzione di una valuta aurea interstatale, scrive sul suo blog l’oligarca minore russo Sterligov.

Da quando la Cina ha annunciato il conio dello yen d’oro, si sono alzate voci sul sistema aureo nel Medio Oriente. Il principale iniziatore del pagamento senza dollari né euro è il leader e guida della rivoluzione in Libia, il colonnello Muammar Gheddafi, il quale ha fatto appello al mondo arabo ed africano per adottare una valuta unica – il dinaro d’oro.

Su questa base finanziaria, il colonnello Gheddafi ha proposto di creare uno stato africano unico con popolazione araba e nero-africana che conti 200 milioni di persone.



L’idea di creare una singola valuta d’oro ed unire i paesi dell’Africa in un potente sistema federale è stata sostenuta attivamente nel corso dell’ultimo anno da una serie di stati arabi e da quasi tutti gli stati africani. Il Sud Africa e la Lega Araba, infestati dalla democrazia, si sono opposti all’idea.

Gli USA e l’UE hanno reagito in maniera molto negativa ad una tale iniziativa. Secondo il “presidente” francese sionista Sarkozy “i libici hanno attaccato la sicurezza finanziaria del genere umano”. I continui appelli del leader della rivoluzione libica hanno prodotto alcuni risultati: Gheddafi ha fatto sempre più passi avanti con lo scopo di creare un’Africa Unita.

Sono stati inventati due falsi motivi per coprire la vera ragione dell’attuale crociata cristiano-sionista contro la Libia: uno ufficiale – “difendere i diritti umani, e l’altro ufficioso – il tentativo di rubare petrolio alla popolazione libica. Entrambi questi motivi non superano l’esame.

La verità è che il colonnello Muammar Gheddafi ha deciso di ripetere i tentativi del generale francese De Gaulle di abbandonare l’uso di quella carta straccia americana chiamata “dollari” e tornare all’oro, cioè sta cercando di attaccare il principale potere della moderna democrazia sionista parassita – il sistema bancario.

Kavkaz Center - Dipartimento di Monitoraggio 

Fonte: http://surf6009.appspot.com   www.comedonchisciotte.org
Link: Link
22.03.2011

traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di ROBERTA PAPALEO


 Dominique Strauss-Kahn che ruolo ha in tutto questo..?E possibile che sia stato incastrato...?
Molti, da anni avvertono che prima o poi il dollaro crollerà. Spesso, anche noi abbiamo trattato il tema, avvertendo che il tracollo del dollaro sembra inevitabile ed ormai è solo questione di tempo (Vedasi: articoli “Il destino del dollaro” e “Nuove monete” e le interviste).

Oggi c’è una grandissima novità su questo tema. Il segretario generale del Fondo Monetario Internazionale (FMI), Dominique Strauss-Kahn, in un recente incontro a Washington ha apertamente parlato della necessità di abbandonare il dollaro ed ausipica la sua sostituzione con un paniere di monete da utilizzare negli scambi internazionali. L’unica via, secondo Dominique Strauss-Kahn, per calmare la crisi che viviamo è abbandonare il dollaro. Orbene questa notizia passata sostanzialmente innavertita dai grandi media, con l’eccezione del Guardian di Londra è di una importanza eccezionale. Il FMI, organismo voluto dagli USA e da sempre a totale disposizione del capitale statunitense, oggi sembra cambiare rotta, sembra voltare le spalle al padrone!

Abbandonare il dollaro, come moneta di riferimento mondiale, significa l’inevitabile tracollo degli USA. Le riserve internazionali degli Stati ammontano a migliaia di miliardi di dollari; solamente le banche centrali dei pincipali venti paesi del mondo hanno riserve per circa 10.000 miliardi, la stragrande maggioranza ovviamente in dollari. Che succede se il dollaro smette di essere la moneta di riferimento? Ossia, perchè diciamo che il giorno in cui il dollaro smette di essere la moneta di riferimento è la fine per gli USA? Nel momento in cui il dollaro cesserà di essere la moneta di riserva mondiale, tutti gli stati saranno costretti a vendere i loro dollari ed acquistare la nuova moneta, che potrebbe essere anche più di una, ovvero un paniere di monete. L’immissione sul mercato di migliaia di miliardi di dollari farebbe crollare immediatamente il suo valore. Noi pensiamo che questo succederà sicuramente; è solo questione di tempo!
Quando questo succederà il riflesso sull’economia USA sarà inevitabile e disastroso.
 
FONTE : http://attiliofolliero.blogspot.com/2011/02/verso-il-tramonto-del-dollaro-anche.html

QUANTO COSTA LA GUERRA IN LIBIA ?


 Non vi siete mai chiesti quanto sta costando la guerra in libia all' Italia? E ora vi chiedo cosa si potrebbe fare con una simile cifra? E se dovessimo sommare la guerra in Iraq e Afghanistan?Secondo voi non ci sarebbero i "soldi" per poter dare un aiuto alle famiglie....?Ai precari ? Ai disoccupati? Ai pensionati?



© Ministero della Difesa



Diversi i costi fissi come le portaerei da 130 mila euro al giorno e i caccia Eurofighter da 61 mila euro l’ora, ma il peso maggiore arriva dai costi variabili. Un esempio? Il missile Storm Shadow da 300mila euro…

Per la Lega, tanto contraria ai bombardamenti dell’Italia in Libia, i costi di tre mesi della missione militare in Nord Africa e dei rimpatri sono costati 700 milioni di euro. Che sia questa la cifra oppure no, sicuramente l’impegno rafforzato dell’Italia in Libia comporterà dei costi che, al momento non sono quantificabili. I bombardamenti (o interventi mirati su singoli obiettivi) hanno dei costi variabili che dipendono dal numero delle missioni, dalle armi e dai mezzi impiegati dalle Forze Armate. L’agenzia Ansa riporta, però, delle tabelle di conversione, non ufficiali, che servono per quantificare i costi fissi di navi e aerei per la missione Nato, che vanno dal carburante al personale, dalla manutenzione alle infrastrutture. Ad esempio la Marina militare italiana ha impegnato quattro navi e quattro aeroplani imbarcati sulla portaerei Garibaldi. Il costo della portaeromobili è di a circa 130 mila euro al giorno, mentre gli 8 caccia Av-8B Plus imbarcati costano 9 mila euro per ogni ora di missione (ognuna ne può durare anche 5). A disposizione della Nato anche la un fregata classe Maestrale (la nave Libeccio) che costa giornalmente 60 mila euro; la rifornitrice Etna - 40 mila euro al giorno - e un pattugliatore classe Comandanti, il Comandante Bettica, che costa 15 mila euro al giorno.
Per quanto riguarda l'Aeronautica militare - che attualmente fornisce all'Alleanza atlantica 4 caccia Eurofighter e 4 caccia anti-radar Tornado ECR - gli assetti che potrebbero essere impiegati per i 'bombardamenti mirati’ sono i Tornado IDS e, forse, gli AMX, le cui missioni dovrebbero essere svolte sotto la protezione dei caccia Eurofighter e dei Tornado ECR. Anche qui, i costi giornalieri dipenderanno essenzialmente dal numero di sortite e dal tipo di armamento (si pensi che il missile Storm Shadow che potrebbe essere utilizzato dai Tornado Ids arriva a costare quasi 300 mila euro). Il più caro, da questo punto di vista, è l'Eurofighter, che costa circa 61 mila euro l'ora, mentre i Tornado e gli AMX costano all'incirca 28 mila euro per ora di volo. Relativamente meno costosi gli elicotteri - dai circa 3.500 euro l'ora degli AB 212 agli oltre 8.000 degli EH 101 - ma finora non si parla dell'impiego di questi velivoli, anche se entrambi i tipi di velivoli sono già a bordo delle quattro navi della Marina.

DOLLARO CHE DOLORI......!CRISI USA ???NO,IN CRISI CHI LI USA!!!!!

Un articolo un po datato ma per questo molto interessante,che ci spiega il perchè della crisi che gli USA sta per affrontare,e ci fa capire sotto le righe  perchè Dominique Strauss-Kahn viene arrestato in America con un accusa che potrebbe essere falsa (anche se un periodo di detenzione non gli farebbe male.....!).

In un secondo post troverete i veri motivi della guerra in Iraq, e perche l'occidente teme l'iran....ma questa è un altra storia...Buona lettura












Conclusa ad Istanbul la riunione annuale di Banca Mondiale e Fondo Monetario Internazionale. Dominique Strauss-Kahn, responsabile del FMI, ha rilasciato ieri alcune dichiarazioni.

Proprio lui, quello che a maggio 2009 dichiarava che la ripresa era prevista per la primavera del 2010, e 15 giorni dopo, a giugno 2009, dichiarava che il peggio doveva ancora arrivare.

Alcuni stralci del suo discorso:

"L'economia globale è in una posizione molto precaria. Il ritiro prematuro delle politiche di stimolo potrebbe ammazzare la ripresa.

[...]

Per certo governi e banche centrali dovrebbero mettere a punto strategie d'uscita credibili.

Ma è troppo presto per realizzarle."


Pero’ in Australia già alzano i tassi di interesse (segnalato nei commenti al post precedente) per sterilizzare l’effetto dello stimolo e tamponare il rischio inflazione.

Verificheremo presto se l’economia australiana sta in piedi da sola o se è come smettere di fare l’elettroshock ad un tasso già morto.


Sempre il nostro:

"(La crisi) non è finita.

La ripresa sarà debole e la domanda privata non è ancora in grado di autosostenersi [...] la disoccupazione con ogni probabilità disegnerà una lunga ombra sulla ripresa."

e infine

"(per) far fronte alle sfide future dovremo adattarci ai cambiamenti, sia a livello di ciascun paese sia a livello internazionale"

Già ce lo immaginiamo, strauss-kahn, che davanti alle nostre critiche risponde “chi è senza peccato scagli la prima ..." ..Scarpa?


La grande fuga dal dollaro


E mentre le inquietanti parole di strauss-kahn cadevano lettera morta in molti mezzi di (dis)informazione italici troppo impegnati a rincorrere le farfalle dell’impossibile ripresa, ieri è piombata in internet la notizia che alcuni paesi stanno preparando la grande fuga dal dollaro.

Qui potete trovare l’articolo originale di Robert Fisk sull’Indipendent, già segnalato da molti lettori nei commenti al post precedente, che ha scatenato la baraonda ed ha dato una fiammata al prezzo dell’oro.

I fatti sono presto detti:

Gli Stati arabi hanno avviato trattative segrete con Cina, Russia e Francia per smettere di usare la valuta americana per le transazioni petrolifere.

Mettendo in atto la piu’ radicale trasformazione finanziaria della recente storia del Medio Oriente gli Stati arabi stanno pensando – insieme a Cina, Russia, Giappone e Francia – di abbandonare il dollaro come valuta per il pagamento del petrolio adottando al suo posto un paniere di valute tra cui lo yen giapponese, lo yuan cinese, l’euro, l’oro e una nuova moneta unica prevista per i Paesi aderenti al Consiglio per la cooperazione del Golfo, tra cui Arabia Saudita, Abu Dhabi, Kuwait e Qatar.

Incontri segreti hanno gia’ avuto luogo tra i ministri delle finanze e i governatori delle banche centrali della Russia, della Cina, del Giappone e del Brasile per mettere a punto il progetto che avra’ come conseguenza il fatto che il prezzo del greggio non sara’ piu’ espresso in dollari.

Il progetto, confermato al nostro giornale da fonti bancarie arabe dei Paesi del Golfo Persico e cinesi di Hong Kong, potrebbe contribuire a spiegare l’improvviso rincaro del prezzo dell’oro, ma preannuncia anche nei prossimi nove anni un esodo senza precedenti dai mercati del dollaro.



L’articolo prosegue all’indirizzo sopra.

L’affezionato lettore documentato di economia non avrà mancato di tirare rapidamente le somme.

Per tutti gli altri proponiamo un caprino 2+2.


La valuta di riserva internazionale

L’economia mondiale si basa sul dollaro perchè questo è la valuta di riserva internazionale.

Finchè il dollaro resta valuta di riserva internazionale, gli USA continueranno a giocare un ruolo di primo piano nell’economia mondiale, perche’ sono Il Giocatore del Grande Gioco dell’economia globlale.

In altre parole, il paese che batte la moneta ufficiale del Gioco è Il Giocatore stesso, o se volete, è il Banco.

Non fosse stato per questo, il dollaro e gli USA sarebbero stati spazzati via un anno fa con il crollo di Lehman Brothers.

Invece tutto sommato ha tenuto.

Con una mossa temeraria, la Fed ha inondato il paese di dollari freschi di stampa, ricorrendo ai peggiori artifici contabili, facendo schizzare in alto, a livelli mai visti prima, la massa monetaria.

Questo è servito a tamponare temporaneamente il meltdown immediato e la caduta verso una rovinosa deflazione superato il rischio immediato di crollo, ma ha innescato la bomba a tempo dell’inflazione.

Storicamente, tuttavia, gli USA non si preoccupano più di quel tanto dell’inflazione, perchè, secondo un adagio consolidato nelle università americane, gli USA esportano l’inflazione.

Benchè aberrante, il ragionamento è in parte vero.


Inflazione negli USA? No grazie, la esportiamo!

Proprio in virtu’ del fatto che il dollaro è la valuta di riserva internazionale, è in dollari che viene scambiato il principale bene su cui si basa il sistema industriale: il petrolio.

Miliardi di barili ogni mese vengono pompati, comprati e venduti, per diventare benzina che porta la frutta nei supermercati, per alimentare i pc con cui visitate Informazione Scorretta, per fare palline di plastica, per asfaltare le strade, per.... ogni goccia di ogni barile viene comprata e venduta in dollari.

Di conseguenza, ogni nazione deve assicurarsi di avere un portafoglio pieno di dollari, altrimenti niente petrolio. Mica accettano i buoni pasto in cambio di Brent.

Riassumendo:
  • l’intera economia mondiale si appoggia sul dollaro.
  • l’intero sistema industriale si basa sul petrolio, che a sua volta è scambiato in dollari.

Se tutto, e dico tutto, il mondo gira intorno al dollaro, non è poi così importante se il dollaro perde il 10% del valore negli USA per inflazione, perchè questa perdita di valore si propaga in tutto il mondo, grazie al petrolio come portatore sano ed i dollari ad esso collegati come fattore infestante.

Questa è una condizione uguale per tutti nell’intero sistema economico mondiale, e dunque non determina squilibri di alcun genere.

Con le dovute semplificazioni, questa era la teoria dell’esportazione dell’inflazione spiegata.

Ed è anche il motivo per cui negli USA non è ancora esplosa un’inflazione da Zimbabwe con conseguente svalutazione del dollaro, default degli USA sul debito e sostanziale meltdown economico globale.

L’affezionato lettore non esperto di economia ha già intuito la fine di questa storia sull'esportazione dell'inflazione ed il problema dell'abbandono del dollaro.

La notizia della grande fuga è uscita sui giornali.

Negli ambienti politici e diplomatici, a livello di grandi equilibri internazionali, la notizia non esce mai a caso, ma solo quando ha già raggiunto e superato il punto di non ritorno.

La strada è dunque segnata: un giorno il dollaro non sarà più la valuta di riferimento per il petrolio. Lo sarà invece un paniere di valute, tra cui l’euro, lo yuan, lo yen, l’oro e la valuta comune dei paesi arabi (paniere di valute definito, non male per un “vago progetto solo ipotizzato”).

Abbandonato il dollaro a sè stesso, cosa succederà?


Gli scenari

Succederà che gli USA non potranno più esportare l’inflazione, che esploderà in tutta la sua forza nel continente americano.

La conseguente svalutazione del dollaro, aggravata dai falchi speculatori che giocheranno sul ribasso sulla valuta, ridurrà probabilmente il dollaro ad una frazione del suo valore.

I paesi che detengono titoli di debito americani, Cina e Giappone in primis, si troveranno con in mano un pugno di mosche.

Riusciranno ad assorbire un tale buco?

Se riusciranno, l’economia mondiale sopravviverà, dimezzata o ridotta a meno di un terzo del suo valore attuale. Se non ci riusciranno, sarà meltdown generale del sistema economico e andremo tutti a coltivare le zucchine.

Naturalmente, Cina e Giappone hanno tutto l’interesse a che questo non succeda e hanno intenzione di programmare l’intero processo nel lungo periodo. Si parla infatti del completamento dello switch-off nel 2018 (anche la data precisa...), per diluire nel tempo il disastro ed evitare il collasso totale dell’economia.


Il pezzo mancante: la Fiducia

Manca un piccolo pezzo, che non abbiamo letto da nessuna parte ancora, su una cosa molto semplice: la Fiducia.

L’intera economia mondiale, da quando è venuto a mancare il Gold Standard, si basa sostanzialmente sulla fiducia. Fiducia che il dollaro sarà anche domani la valuta di riserva internazionale, fiducia che gli USA sappiano onorare il loro debito dopodomani, e fiducia che il dollaro domani valga ancora qualcosa.

Ieri, numerosi paesi hanno messo ufficialmente in dubbio questa fiducia.

In mancanza di fiducia, il dollaro finisce e il meltdown globale è una possibilità più vicina.
 
 
 
FONTE: http://informazionescorretta.blogspot.com/