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lunedì 29 agosto 2011

AGIAMO PER UN MONDO MIGLIORE

Se volete un posto migliore in cui abitare,se siete stufi dei "furbetti del quartierino", se avete il senso civico e senso di giustizia allora quest'articolo vi sarà utile, i cambiamenti si fanno dal basso dobbiamo sempre ricordarcelo


117, IL NUMERO ANTIEVASIONE  C'è e funziona bene. Da Nord a Sud gli operatori della Guardia di Finanza rispondono e raccolgono le denunce dei cittadini. Chi lo conosce sa che è uno strumento valido, utile a contrastare l'evasione ma che va incentivato. Eppure il Governo fa di tutto per nasconderlo

Basta debolezze sull'evasione fiscale, ha tuonato il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, al meeting di Comunione a liberazione di Rimini. Com'era ovvio, la classe politica si è spellata le mani di fronte all'indignato grido di dolore presidenziale. Nessuno, però, si è ricordato che una discreta arma contundente per dare qualche bacchettata agli evasori e agli elusori delle tasse e puntare comunque su un significativo effetto deterrente, l'Italia ce l'ha già, da ben quindici anni e, colpevolmente, la utilizza col silenziatore.

E' il 117, il numero utile istituito dalla Guardia di finanza per permettere ai cittadini di segnalare - anche in forma anonima - comportamenti scorretti in tutti i campi di competenza delle Fiamme gialle, dall'evasione fiscale alla contraffazione.

Lanciato all'epoca del governo di Romano Prodi ma su iniziativa della Gdf e tratteggiato quando a Palazzo Chigi c'era Silvio Berlusconi, fu sottoposto a durissime critiche da parte dello schieramento di centrodestra ma non faceva impazzire neppure il centrosinistra. Uno dei suoi fustigatori più accesi fu l'allora presidente dell'Autorità garante della Privacy, Stefano Rodotà. I primi passi del 117 si rivelarono trionfali: nel dicembre del 1996, in soli dieci giorni, arrivarono 12 mila chiamate. Nel gennaio del 1997, un'indagine dell'Eurispes rivelò, a sorpresa, che nell'area considerata la più insofferente nei confronti del fisco, il Nord-est, quasi il 20 per cento degli abitanti riteneva il 117 "utile come il 112 e il 113" (i numeri di pronto intervento di Carabinieri e Polizia di Stato) contro una media nazionale del 16,1 per cento.

Dopo il boom iniziale, con i giornali pronti a raccontare aneddoti di marachelle smascherate e i detrattori di ogni colore impegnati a denigrare "il numero dei delatori", lo strumento ha perso pian piano la sua spinta propulsiva. "E' il classico esempio di grandissima potenzialità non sfruttata fino in fondo: ora, tuttavia, la crisi economica e l'assoluta necessità di combattere evasione ed elusione dovrebbero spingere la politica a rilanciarlo", sostiene Giorgio Benvenuto, che è stato a capo della commissione Finanze del Senato ed è presidente della Fondazione Bruno Buozzi. Aggiunge l'ex segretario della Uil, che quando il 117 fu varato lo sostenne a spada tratta dai molti attacchi provenienti dal suo stesso schieramento politico: "Purtroppo, mi pare che invece la volontà non ci sia, come dimostra lo spot in onda in questi giorni sui canali televisivi e radiofonici della Rai, a cura dell'Agenzia delle entrate e del Dipartimento per l'informazione e l'editoria della presidenza del Consiglio, in cui si afferma che l'evasore è un parassita ma non si indica il numero utile attraverso il quale la gente può informare la pubblica amministrazione in tempo reale".

Anche Pietro Giordano, segretario dell'associazione dei consumatori Adiconsum, punta il dito contro la politica: "Io ci parlo spesso, con gli ufficiali della Gdf, e so che sarebbero prontissimi a scatenare l'inferno: il problema, mi fanno capire, è che non arriva mai l'indicazione di perseguire duramente i comportamenti scorretti, così il 117 ha rischiato di diventare quasi un binario morto". E infatti, le telefonate hanno vivacchiato per anni intorno a quota 23/24 mila. E' bastata una campagna di annunci radiofonici, nel 2006, all'epoca del secondo governo Prodi, per ridare un po' di fiato al 117, risalito sopra quota 25 mila nel 2007. Poi è di nuovo caduto nell'oblìo, almeno in termini di promozione pubblica e politica.

Mentre uno dei suoi atout è proprio il fatto che i "cattivi" sappiano della sua esistenza e la temano, dando nel contempo ai cittadini "buoni" il segnale della volontà di combattere l'evasione, proprio come chiede a gran voce il presidente Napolitano. Se fosse usato a manetta dai clienti di ristoranti e bar, studi dentistici e artigiani, quando la controparte non sgancia ricevute e fatture, sarebbe un efficace deterrente contro categorie che temono poco la "tracciabilità" del denaro. "E' un ottimo strumento ma dall'impatto ridotto perché le segnalazioni anonime non possono fare partire l'indagine", commenta Maurangelo Rana, esperto di diritto tributario dello studio Martinez-Novebaci di Milano, nonché ex funzionario dell'Agenzia delle entrate in Lombardia. Tuttavia, anche le segnalazioni prive di denuncia formale che l'operatore del 117 ritiene meritevoli di attenzione finiscono nel database informatico dei comandi provinciali dove si raccolgono tutti i dati sui contribuenti. "Tutto fa massa critica", sostengono alla Gdf. Così, se durante un controllo stradale un tizio viene trovato su un auto di lusso intestata a una Srl (o in porto è trovato su uno yacht di proprietà di una società) e nel database risultano già segnalazioni anonime a suo carico (magari per non aver emesso uno scontrino, se è un dettagliante), l'accertamento parte subito e con un pacchetto di informazioni più robusto.

 FONTE:http://inchieste.repubblica.it/it/espresso/2011/08/26/news/117_il_numero_antievasione-20899454/

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